Nell'EPR, il reattore nucleare di Flamanville, in Francia, c'è un'anomalia. E non sono le associazioni ambientaliste a denunciarlo. È stata infatti l'Autorité de sûreté nucléaire francese (Asn) a lanciare l'allarme. Non uno ma ben due difetti nella composizione dell'acciaio, di cui una in alcune aree del coperchio e l'altra nel fondodel serbatoio
Nell’EPR, il reattore nucleare di Flamanville, in Francia, c’è un’anomalia. E non sono le associazioni ambientaliste a denunciarlo. È stata infatti l’Autorité de sûreté nucléaire francese (Asn) a lanciare l’allarme. Non uno ma ben due difetti nella composizione dell’acciaio, di cui una in alcune aree del coperchio e l’altra nel fondodel serbatoio.
L’EPR, il discusso reattore europeo di terza generazione ad acqua pressurizzata, sta dimostrando con i fatti di non essere poi la soluzione “più sicura del mondo”, com’era stato definito. Accompagnato da una miriade di discussioni e proteste, era già stato considerato tutt’altro che sicuro sia in relazione con terremoti che con incidenti di vario tipo, tra cui quelli aerei.
Il serbatoio di un reattore ad acqua pressurizzata è particolarmente importante per la sicurezza. Esso contiene il carburante ed è coinvolto nella seconda barriera di contenimento della radioattività. La regolamentazione di questo genere di attrezzature a pressione nucleare impone al produttore di verificare i materiali e i rischi ad essi connessi sul fronte della sicurezza. Per soddisfare questo requisito, Areva ha condotto test chimici e meccanici.
E oggi l’Asn ha rivelato che i test hanno “mostrato alla fine del 2014, la presenza di una zona ad alta concentrazione di carbonio e che porta a valori di resilienza meccanica più deboli del previsto”.
Spiega la nota dell’Autorità che le anomalie riguardano sia il coperchio che il fondo del serbatoio. Dal canto suo, il produttore Areva ha proposto all’Asn di effettuare nel corso del mese di aprile un nuovo ampio programma di test per conoscere la posizione precisa e le proprietà meccaniche.
L’Autorità francese per il nucleare dovrà seguire i test e controllarne la corretta applicazione mettendo a disposizione il proprio supporto tecnico e quello dell’Institut de radioprotection et de sûreté nucléaire (Irsn). Informate anche le controparti straniere coinvolte nella costruzione di Epr.
Ségolène Royal, il ministro francese per l’Energia, ha preso atto della relazione dell’Autorità per la sicurezza nucleare sull’anomalia della composizione dell’acciaio in alcune zone del tappo del serbatoio e nel fondo del reattore EPR di Flamanville” si legge in una nota del Ministère de l’écologie, du développement et de l’aménagement durables, che ha confermato che i nuovi test saranno sostenuti da Areva sotto il controllo dell’Asn e di IRSN, il gruppo permanente di esperti che si occupa delle attrezzature nucleari a pressione.
I risultati sono attesi per il mese di ottobre e saranno rese noti “al fine di garantire una maggiore trasparenza in materia” assicura il ministero francese dell’ambiente.
Ed era proprio il cosiddetto “modello francese” a cui qualche anno fa guardava l’Italia guidata da Berlusconi, alla vigilia del referendum contro il nucleare. Quel modello che oggi continua a mostrare le sue lacune. Proprio a Flamanville si era recato l’allora Ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo, che aveva visitato i tre impianti della centrale nucleare per inaugurare un progetto che vedeva coinvolta anche l’Italia.
Centrale nucleare di Flamanville. È formata da due reattori PWR francesi costruiti dalla Framatome (oggi Areva). Ma qui dal 2006 è in costruzione il terzo, un EPR da 1600 MW di potenza. Si tratta del primo reattore francese di terza generazione. La fine dei lavori è prevista per il 2017, ma ha già subito varie battute d’arresto.
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