Chi può dire se l'energia atomica avrà un futuro dopo l'incidente di Fukushima? Nessuno, sembra la risposta più sensata. E invece qualcuno c'è: non il barista o il macellaio sotto casa, ma nientemeno che il direttore dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA). Visitando il sito di Fukushima Dai-ichi posso dire che i lavori procedono senza problemi – ha detto Yukija Amano – moltissime persone stanno lavorando con passione, per questo penso che le prospettive sono positive. Verrebbe quasi da tirare un sospiro di sollievo, non fosse che una simile dichiarazione suoni quasi come un elogio al governo giapponese e alla Tokyo Electric Power Company (Tepco).
Chi può dire se l’energia atomica avrà un futuro dopo l’incidente di Fukushima? Nessuno, sembra la risposta più sensata. E invece qualcuno c’è: non il barista o il macellaio sotto casa, ma nientemeno che il direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA). Visitando il sito di Fukushima Dai-ichi posso dire che i lavori procedono senza problemi – ha detto Yukija Amano – moltissime persone stanno lavorando con passione, per questo penso che le prospettive sono positive. Verrebbe quasi da tirare un sospiro di sollievo, non fosse che una simile dichiarazione suoni quasi come un elogio al governo giapponese e alla Tokyo Electric Power Company (Tepco).
Un elogio, in altre parole, ai due maggiori responsabili della pessima gestione del dopo Fukushima. Ritardi, inefficienze, allarmi taciuti, manipolazione delle informazioni sono solo alcune delle numerose accuse che pendono come una spada di Damocle sui burocrati del governo nipponico da una parte, e sui dirigenti della più grande compagnia elettrica del Giappone dall’altra.
Eppure, chi sta in cima alla piramide dell’Aiea non ha certo scelto la via del rimprovero, anzi: è certo che il numero dei reattori nucleari aumenterà – ha detto Yukija Amano in occasione di un incontro a Tokyo con il Primo ministro nipponico Naoto Kan – anche se non così velocemente come accadeva in precedenza.
Riguardo poi alle recenti scelte energetiche correlate al nucleare di paesi come la Svizzera, la Germania o l’Inghilterra, Yukija Amano ha proseguito sulla stessa lunghezza d’onda: alcuni Paesi, tra cui la Germania, hanno rivisto la loro politica nucleare, ma molti altri Paesi ritengono di aver bisogno dei reattori nucleari per affrontare problemi come il riscaldamento globale. Sembra quasi di sentire il Papa, uno che dice la sua su qualsiasi argomento dello scibile umano. Ma forse dietro queste dichiarazioni c’è dell’altro: la consapevolezza che se il mondo volta pagina e sceglie di chiudere col nucleare, nessuno sentirà più il bisogno di un’agenzia nata “allo scopo di promuovere l’utilizzo pacifico dell’energia nucleare e di impedirne l’utilizzo per scopi militari”.
Roberto Zambon