Nube radioattiva con valori 1000 volte sopra la norma. La Russia finalmente ammette

Radioattività in Russia. L'agenzia meteorologica statale Rosidromet ieri ha pubblicato nuovi dati che confermano la presenza di "elevate concentrazioni" di rutenio-106 nell'area in cui si trova anche il complesso di Rosatom, Mayak, negli Urali meridionali. Ma non solo. Una nube ricca di questo isotopo ha contaminato quasi tutta l'Europa, Italia inclusa

Radioattività in Russia. L’agenzia meteorologica statale Rosidromet ieri ha pubblicato nuovi dati che confermano la presenza di “elevate concentrazioni” di rutenio-106 nell’area in cui si trova anche il complesso di Rosatom, Mayak, negli Urali meridionali. Ma non solo. Una nube ricca di questo isotopo ha contaminato quasi tutta l’Europa, Italia inclusa.

Il rutenio-106 esiste solo come sostanza prodotta dall’uomo e normalmente non è presente nell’atmosfera. Anche piccole concentrazioni indicano quindi un rilascio accidentale.

Ciò coincide con le precedenti scoperte dell’ente di ricerca nucleare francese IRSN e dell’agenzia tedesca per la protezione dalle radiazioni BfS. Rosidromet ha anche indicato che in quel periodo, a settembre, le condizioni atmosferiche hanno favorito lo spostamento di grandi masse d’aria cariche di sostanze inquinanti dagli Urali meridionali al Mediterraneo e fino al Nord Europa. In precedenza questo era stato ufficialmente negato.

Si tratta, secondo Rosidromet, di livelli estremamente alti dell’isotopo radioattivo. Si parla di livelli di radioattività 986 volte superiore alla norma. Il Ru-106 è un prodotto di decadimento delle reazioni nucleari: il combustibile iniziale solitamente è uranio o plutonio, e questo si divide in nuclei più piccoli, che decadono in una serie di elementi radioattivi. La maggior parte degli isotopi ha un’emivita molto breve, di pochi secondi o minuti, ma il Ru-106 ha un’emivita di 374 giorni, abbastanza da essere rilevato.

Da dove ha origine?

Una bomba? Secondo gli scienziati nucleari se la radiazione provenisse da una bomba o da un incidente in un reattore nucleare, ci sarebbero livelli insolitamente elevati anche di altri radioisotopi. Tuttavia, dal momento che è stato individuato solo un picco di rutenio-106, ciò farebbe pensare che l’origine sia un impianto di trattamento del combustibile o una struttura medica.

Anche se non si sa con precisione da dove sia partita la perdita, il servizio meteorologico russo ha riferito che la più alta concentrazione di Ru-106 è stata registrata ad Argayash, un villaggio nella regione di Chelyabinsk negli Urali meridionali. Forse così non dice nulla ma si trova vicino all’impianto nucleare di Mayak, un sito di ritrattamento del combustibile nucleare esaurito.

Rischi per la salute? Il professor Paddy Regan, esperto di nucleare dell’Università del Surrey, ha detto al Guardian: “I livelli rilevati possono essere estremamente elevati rispetto a quelli di fondo, ma non sono estremamente pericolosi.”

Jan Haverkamp, esperto di energia nucleare di Greenpeace, ha spiegato:

“Mayak sembra una fonte logica per questa versione, ma i dati non escludono ancora anche altre possibilità, incluso il vicino Kazakistan. È importante che sia fatta chiarezza il prima possibile, anche per vedere se le persone potenzialmente esposte hanno bisogno di aiuto”.

Dal canto suo, l’IRSN ha indicato che tali rilasci dovrebbero portare a misure protettive per le persone in un raggio di diversi chilometri, in questo caso nelle immediate vicinanze del picco di radioattività.

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Sulla base di questi dati, Greenpeace Russia invierà una lettera all’ufficio del pubblico ministero per richiedere un’indagine sul possibile occultamento di un incidente radioattivo e per il mancato rilascio di informazioni sullo stato dell’ambiente.

Francesca Mancuso

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