Temperature troppo alte e un caldo anomalo continuano ad investire il Giappone e a farne le spese è anche il suo simbolo più iconico: il Monte Fuji appare infatti ancora senza neve come mai era accaduto
Il Monte Fuji, la vetta simbolo del Giappone e soggetto iconico di molte opere d’arte, sta vivendo un fenomeno senza precedenti. Ogni anno, infatti, le prime nevicate di ottobre coprono la sua cima, regalando un’immagine familiare ai giapponesi e ai turisti.
Tuttavia quest’anno, quando ormai siamo a novembre, la neve non si è ancora posata, segnando un record storico in oltre 130 anni di rilevazioni. Normalmente, il primo strato di neve appare già nei primi giorni di ottobre, ma nel 2024 il Monte Fuji si presenta ancora scoperto, superando i record precedenti di ritardi nelle nevicate, stabiliti negli anni 1955 e 2016, quando il fenomeno si verificò solo il 26 ottobre.
L’anno scorso, invece, il Monte Fuji aveva ricevuto la sua prima imbiancata il 5 ottobre. Questo ritardo straordinario è stato attribuito dagli esperti alle temperature particolarmente alte che hanno caratterizzato l’estate giapponese e che si sono protratte anche nei mesi di settembre e ottobre, impedendo l’arrivo dell’aria fredda necessaria per le nevicate.
La temperatura media del Giappone tra giugno e agosto 2024 è stata di circa 1,8 gradi centigradi sopra la norma
Secondo le analisi del Climate Central, un’organizzazione internazionale dedicata agli studi sul cambiamento climatico, la temperatura media del Giappone tra giugno e agosto 2024 è stata di circa 1,8 gradi centigradi sopra la norma, battendo persino i record precedenti del 2010.
Questo caldo anomalo si è esteso anche ad ottobre, con più di 70 città che hanno registrato temperature insolitamente alte, tra i 5 e gli 8 gradi sopra la media per il periodo. Gli esperti meteo giapponesi hanno spiegato come l’assenza di neve sia collegata a questa prolungata ondata di calore, aggravata da piogge frequenti che hanno ostacolato la formazione del manto nevoso.
Questa situazione senza precedenti sul Monte Fuji riflette un fenomeno globale: i dati del 2024 rivelano come l’anno si profili tra i più caldi della storia, con conseguenze evidenti sugli ecosistemi. La mancanza di neve sul Monte Fuji è solo un esempio del più ampio impatto che la crisi climatica sta avendo, non solo sul paesaggio, ma anche sulle risorse idriche, sull’economia del turismo invernale e sulle riserve alimentari.
Inoltre la diminuzione del manto nevoso negli ultimi decenni, rilevata in molte aree dell’emisfero settentrionale, potrebbe avere ripercussioni su lungo termine, inclusa la riduzione delle riserve di acqua. Il Monte Fuji, suo malgrado, diventa dunque anche un termometro delle trasformazioni climatiche che il mondo sta attraversando segnando un record che è tutto fuorché positivo.
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