L'arrivo della pioggia è stato accolto con entusiasmo da agricoltori, messi in ginocchio dalla siccità. Ma bisogna guardare in faccia la realtà: non saranno le precipitazioni a fare davvero la differenza nell'emergenza legata alla crisi idrica. Ci attendono mesi duri e dobbiamo essere preparati
Finalmente negli ultimi due giorni nelle Regioni settentrionali dell’Italia – in particolare la Lombardia – è arrivata la pioggia, “ospite” attesa da tempo, in particolare dagli operatori del settore agricolo. Le perturbazioni, accompagnate amche dalla neve sulle aree montane, rappresentano una boccata d’ossigeno per il nostro Paese, alle prese con la piaga della siccità. Ma, purtroppo, non basterà qualche temporale a salvarci da quest’emergenza.
Il quadro continua ad essere allarmante per i grandi laghi e i fiumi della nostra penisola. Il livello del Garda è ormai crollato a 46 centimetri sfiorando il minimo storico del periodo registrato 70 anni fa, con un riempimento poco oltre il 36%, mentre il lago di Como è pieno solo al 23%, il lago d’Iseo è invece al 26%. Tragica la situazione per il Po.
Il livello idrometrico al Ponte della Becca (Pavia) è a -3,5 metri con le sponde ridotte a spiagge di sabbia come non succedeva da decenni.
𝗦𝗶𝗰𝗰𝗶𝘁𝗮̀, 𝘀𝗶𝘁𝘂𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗲𝗴𝗴𝗶𝗼𝗿𝗮𝘁𝗮 𝗻𝗲𝗹 𝗗𝗶𝘀𝘁𝗿𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗣𝗼𝘉𝘳𝘢𝘵𝘵𝘪 (𝘈𝘶𝘵𝘰𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘗𝘰): “𝘓𝘢 𝘴𝘪𝘤𝘤𝘪𝘵𝘢̀ 𝘯𝘰𝘯 𝘦̀ 𝘶𝘯𝘢 𝘦𝘮𝘦𝘳𝘨𝘦𝘯𝘻𝘢, 𝘮𝘢 𝘥𝘦𝘷𝘦…
Posted by Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po on Thursday, April 13, 2023
Da un lato l’arrivo delle precipitazioni è fondamentale per le semine primaverili di mais, girasole, soia e riso e non solo. Dall’altro, però, la colpa di coda dell’inverno ha portato anche grandinate e un brusco abbassamento delle temperature notturne con gelate tardive.
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Posted by Coldiretti Ferrara on Thursday, April 13, 2023
Questi stravolgimenti metereologici hanno messo a dura prova le coltivazioni con danni a macchia di leopardo fino al 70% a gemme e piccoli frutti sugli alberi di susine, ciliegie, albicocche, pesche ma anche su meli, peri, kiwi e vigneti già in fase avanzata di vegetazione.
I raccolti sono sempre più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici che nell’ultimo anno hanno causato danni per oltre 6 miliardi all’agricoltura italiana. – commenta Coldiretti – L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
Insomma, inutile illudersi che qualche episodio di pioggia possa davvero salvare l’agricoltura e aiutarci a combattere siccità. E probabilmente neanche le misure previste dal nuovo decreto saranno sufficienti a far fronte ad una situazione che è frutto di anni di sprechi, politiche miopi e cattiva gestione delle risorse idriche.
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Fonti: Coldiretti/Autorità di bacino distrettuale del fiume Po
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