No Tap: il salento contro il gasdotto Trans-Adriatico

I cittadini salentini alzano la testa contro il megagasdotto che dovrebbe collegare l'Italia e la Gracia passando per San Focaaaa

No Tap. È questo il nome del Comitato spontaneo di cittadini salentini sorto il 4 febbraio e schieratosi contro la costruzione del megagasdotto che dovrebbe passare da San Foca. Il progetto, cui fa capo la multinazionale Tap, sta facendo molto discutere, anche sui social network. I cittadini di Meledugno e dei comuni vicini non sono affatto propensi ad accettare che un simile scempio attraversi i loro territori.

Ma cos’è il TAP? Si tratta del cosiddetto Gasdotto Trans-Adriatico (Trans-Adriatic Pipeline) che connetterà l’Italia e la Grecia passando per l’Albania, consentendo l’afflusso di gas naturale proveniente dal Medio Oriente, dal Caucaso e dall’area del Mar Caspio.

Proprio qualche giorno fa la società che fa capo al progetto, la Trans Adriatic Pipeline, dal proprio sito ha invitato la comunità locale “a discutere la prima bozza della Valutazione d’Impatto Ambientale e Sociale in un incontro pubblico con i residenti locali” a Melendugno, giovedì 16 febbraio. Secondo quanto si legge nella nota, in quell’occasione la TAP presenterà la sua Valutazione d’Impatto Ambientale e Sociale, comprendente anche la proposta di riduzione del percorso del gasdotto in Italia.

Secondo il nuovo tracciato, che verrà reso noto tra circa 10 giorni, vi sarà una sezione di 5 km sulla terraferma, una grossa riduzione rispetto ai 22 km iniziali, e il cambiamento del punto di allacciamento alla rete nazionale tramite Snam Rete Gas.

Tutti contenti? Non proprio. Sebbene il percorso sia stato di gran lunga ridimensionato, a rimanere scontenti sono i cittadini dell’area di Melendugno, dove passerà il megagasdotto.

Intanto, il 24 gennaio scorso, la Trans Adriatic Pipeline ha avviato un sondaggio marino vicino alla costa nei pressi di San Foca (LE) per raccogliere campioni dal fondale marino lungo il possibile percorso del gasdotto e perfezionare ulteriormente il tragitto, che, come sappiamo, prevede l’approdo sulla costa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri nel Comune di Melendugno (LE).

Paolo Pasteris, Country Manager TAP per l’Italia, in quell’occasione, ha invitato tutti alla calma, tentando di rassicurare: “Vorrei assicurare a tutti i residenti che le indagini sottomarine sono effettuate seguendo i più alti standard internazionali in materia di ambiente e sicurezza e non causeranno alcun danno al territorio e all’ambiente. TAP ha richiesto e ottenuto l’autorizzazione per quest’operazione sia dal Comune di Melendugno sia dall’Autorità Portuale di Otranto. TAP apprezza la disponibilità e la cooperazione dimostrata al team dalla comunità e dalle autorità locali”.

Ma, come si legge sul Giornale di Puglia, la località di Melendugno è “riconosciuta per gli ambienti naturali e marini di altissimo pregio e di inestimabile valore ambientale, fortemente tutelati per la presenza di tipica macchia mediterranea e soprattutto per la presenza di una ben conosciuta ed estesa prateria di posedonia, pianta fortemente difesa ed essenziale per il mantenimento degli equilibri biomarini e degli ecosistemi costieri“. Il danno ambientale connesso alla costruzione del gasdotto sarebbe non indifferente. Per non parlare del danno legato al settore turistico visto che nella zona vi sono numerosi resti archeologici di epoca messapico-romana “ispezionati e ancora da ispezionare“.

Intanto, nei giorni scorsi Elisabetta Zamparutti, esponente dei Radicali Italiani, ha presentato un’interrogazione parlamentare ai Ministro dello sviluppo economico e Ambiente sulla vicenda.

Francesca Mancuso

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