Come può una esile zanzara sopravvivere all’impatto con una goccia di pioggia che può essere di cinquanta volte superiore al peso dell’insetto? E’ il quesito che un gruppo di ricercatori si è recentemente posto ed ha cercato di risolvere. L’osservazione ed il tentativo di imitare i comportamenti degli animali si rivelano nuovamente utili per l’uomo. Le conclusioni a cui gli esperti sono giunti potrebbero aprire la strada alla progettazione di minuscoli robot volanti, sebbene al momento alcuni dei reali motivi della stoica capacità di resistenza delle zanzare alla pioggia rimangano un mistero.
Come può una esile zanzarasopravvivere all’impatto con una goccia di pioggia che può essere di cinquanta volte superiore al peso dell’insetto? È il quesito che un gruppo di ricercatori si è recentemente posto ed ha cercato di risolvere. L’osservazione ed il tentativo di imitare i comportamenti degli animali si rivelano nuovamente utili per l’uomo. Le conclusioni a cui gli esperti sono giunti potrebbero aprire la strada alla progettazione di minuscoli robot volanti, sebbene al momento alcuni dei reali motivi della stoica capacità di resistenza delle zanzare alla pioggia rimangano un mistero.
Lo studio in questione, che porta il titolo di “Mosquitoes survive raindrop collisions by virtue of their low mass”, è stato pubblicato sulle pagine della rivista scientifica “Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America” (Pnas) ed è stato condotto da un gruppo di ricercatori provenienti dalla School of Mechanical Engineering and Biology e dal Georgia Institute of Technology.
La capacità di resistenza delle zanzare alla pioggia sarebbe dovuta in parte proprio alla leggerezza della loro massa corporea, che è pero accompagnata e sostenuta da un forte esoscheletro, che permetterebbe sia alle zanzare che ad altri minuscoli insetti di non essere sopraffatte dalla pioggia nel momento in cui si trovino in movimento sotto di essa. Le zanzare in volo sarebbero dunque in grado di sopravvivere all’impatto con le gocce di pioggia che le raggiungono.
Urtando il corpo delle zanzare, le gocce di pioggia perderebbero una parte della loro forza, diventando così maggiormente sopportabili nel corso dell’urto da parte degli insetti impegnati nel loro volo. Il fenomeno è stato ripreso e ripetutamente osservato attraverso dei filmati realizzati tramite videocamere. La massa ridotta sembra dunque costituire un duplice vantaggio per le zanzare, che nella loro missione alla ricerca di prede sarebbero facilitate sia in condizioni climatiche ostili che per il fatto di non essere facilmente notate né dagli esseri umani né dagli animali. Ecco spiegata dunque anche la capacità delle zanzare di proliferare in ambienti molto piovosi e caratterizzati da un elevato livello di umidità, fattori che per tali insetti non sarebbero dunque d’ostacolo. Anche la presenza sul corpo di alcuni insetti di peli idrorepellenti al momento appare come un ulteriore elemento essenziale per la loro sopravvivenza alla pioggia.
Ciò che rende la scoperta interessante per il mondo scientifico è il fatto che la capacità di resistenza delle zanzare alla pioggia per via della loro ridotta massa corporea potrebbe rivelarsi utile nella progettazione di micro robot volanti, che dovranno essere resistenti all’acqua e capaci di compiere le azioni per cui verranno programmati anche in caso di pioggia, in particolare nel loro utilizzo in ambienti esterni. La richiesta di simili dispositivi giunge in particolare da parte di coloro che si occupino di svolgere operazioni di sorveglianza, ricerca e soccorso, comprese le Forze dell’Ordine.
Marta Albè
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