WWF: in Asia e in Africa arrivano i droni anti-bracconaggio

Il WWF chiede aiuto alle tecnologie per salvaguardare le specie a rischio estinzione. Per questo in Asia e in Africa tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014 saranno operativi dei droni, occhi dal cielo, aerei senza pilota che scruteranno la superficie terrestre a caccia di bracconieri

Il WWF chiede aiuto alle tecnologie per salvaguardare le specie a rischio estinzione. Per questo in Asia e in Africa tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 saranno operativi due droni, occhi dal cielo, aerei senza pilota che scruteranno la superficie terrestre a caccia di bracconieri.

Il commercio illegale di avorio nel 2011 ha toccato cifre record. In Sudafica sono stati uccisi 668 rinoceronti, un record senza precedenti. E in Malesia nel mese di dicembre una sola spedizione di avorio sequestrata pesava quasi quanto tutto l’avorio illegalmente commercializzato nel 2011. Di male in peggio.

L’ignobile merito è dei bracconieri che hanno mantenuto alto il loro tasso di successo anche all’inizio del 2013, secondo i dati del governo sudafricano. “Il Kruger National Park è l’area più colpita dai bracconieri di rinoceronte quest’anno, dopo aver perso 61 rinoceronti“, ha detto al Guardian un portavoce del governo. “21 bracconieri sono stati arrestati, 14 dei quali nel Kruger National Park.

È giunto ora il momento di passare alle maniere forti. Il WWF, con l’aiuto di alcuni finanziatori tra cui Google nell’ambito di un progetto triennale, spedirà due droni, uno in un paese dell’Africa e uno in Asia, attraverso un programma costato 5 milioni di dollari, per combattere il commercio illegale di fauna selvatica.

Un’idea che ha preso il via lo scorso settembre in Nepal, quando 19 rangers e il personale dell’esercito nepalese sono stati addestrati ad utilizzare gli UAV (Unmanned Eerial Vehicles) dallo sviluppatore Lian Pin Koh, un ecologo dell’Istituto Federale di Tecnologia di Zurigo. I partecipanti hanno imparato a usare gli aerei e condotto test sul campo presso il Bardia National Park.

Tradizionalmente, le difficoltà del monitoraggio dei parchi nazionali sono dipese in gran parte dall’accessibilità del terreno da parte delle pattuglie anti-bracconaggio, nonché dell’informazione preventiva ai bracconieri nelle vicinanze. Ma i droni daranno alle pattuglie un nuovo vantaggio strategico, consentendo loro di tenere sotto controllo aree prima inaccessibili.

La presenza di un UAV potrebbe anche essere un deterrente per bracconieri, consapevoli del fatto che a breve i parchi asiatici e africani saranno monitorati sia da terra che dall’alto. I veicoli, FPV Raptor con dispositivo GPS integrato, sono abbastanza leggeri e attraverso una telecamera riprenderanno il terreno sottostante. Essi potranno volare seguendo un percorso programmato di circa 30 km ad una quota massima di 200 metri per un massimo di 50 minuti. La batteria potrà essere ricaricata in circa mezz’ora. Ogni UAV costa circa 2.500 dollari, accessibile anche per i paesi in via di sviluppo come il Nepal.

Allan Crawford, responsabile del WWF Google technology project ha spiegato che la vita dei ranger è davvero spaventosa perché essi possono incorrere in bande armate di bracconieri, di solito quattro o cinque di loro. Capita anche di incontrare animali selvatici. Per questo i droni saranno utilissimi.

Tali veicoli sono già in uso per il monitoraggio della fauna selvatica, ad esempio le popolazioni di orango di Sumatra. Alcune associazioni animaliste li hanno inoltre utilizzati nel monitoraggio della caccia alle balene, contro la flotta baleniera giapponese, o nel circolo polare artico per monitorare lo strato dei ghiacci e degli animali.

Francesca Mancuso

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