Elefanti, rinoceronti e tigri: a rischio di estinzione per via del commercio illegale

Rinoceronti, elefanti e tigri a rischio tra Africa e Asia. I dati del nuovo dossier del WWF

Lo scorso anno sono stati uccisi ben 448 rinoceronti sudafricani, a rischio anche gli elefanti, ma le tigri sono ormai rare. È il triste bilancio redatto dal WWF attraverso il dossier “Crime Wildlife Scorecard: Valutazione e applicazione degli impegni CITES per tigri, rinoceronti e elefanti”.

Il rapporto ha preso in esame la situazione di 23 tra i più importanti paesi africani e asiatici considerati crocevia per il transito e il consumo di queste specie. In Vietnam, Laos e Mozambico, si registrano i massimi livelli di bracconaggio e di traffico illegale di avorio, corno di rinoceronte e parti di tigre. E la scarsa attenzione posta al problema sta mettendo a rischio la sopravvivenza di numerose specie, già in pericolo. Va meglio in India e Nepal.

Il dossier è stato presentato oggi in occasione della riunione CITES a Ginevra dove i Governi sono riuniti per discutere sulle soluzione da adottare contro il commercio della fauna selvatica.

Il Vietnam e i rinoceronti. Il WWF ha fatto una classifica che comprende i 23 paesi, assegnando dei punteggi che vanno dal verde al giallo e al rosso per lo stato di ogni singola specie. E tra i peggiori ha piazzato il Vietnam che ha ricevuto due punteggi rossi per il trattamento riservato a rinoceronti e tigri. Il paese asiatico gode del triste primato di principale centro di destinazione per il corno di rinoceronte, il cui traffico e consumo hanno alimentato una impennata del bracconaggio nel Sud Africa negli ultimi anni. Ciò significa che 448 rinoceronti sudafricani sono stati uccisi per le loro corna nel 2011. Il traffico illegale che coinvolge il Vietnam purtroppo è piuttosto intenso. Molti sono stati i vietnamiti arrestati o coinvolti in Sud Africa per l’acquisto illegale di corna di rinoceronte, compresi alcuni diplomatici.

La Cina e gli elefanti. La Cina ha ricevuto un punteggio giallo per la protezione degli elefanti. Per il WWF sarebbe il risultato del fallimento da parte del paese della sorveglianza efficace del suo mercato dell’avorio. “Il flusso continuo di grandi quantità di avorio illegale diretto in Cina suggerisce che l’avorio stia penetrando, cercando in questo modo di ripulirsi, in canali legali del commercio“, evidenzia il rapporto. Intanto, mentre si attende che qualcosa cambi, ogni anno decine di migliaia di elefanti africani vengono uccisi dai bracconieri per le loro zanne tra Cina e Thailandia, che sono le principali destinazioni dell’avorio illegale africano. In particolare, la Thailandia ha ricevuto un punteggio rosso “per la sua incapacità di chiudere una scappatoia legale che rende facile, fin troppo, per i rivenditori vendere l’avorio proveniente dagli elefanti africani”. Secondo il dossier, in Thailandia l’avorio illegale africano verrebbe facilmente venduto nelle boutique.

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L’Africa. L’Africa Centrale, i rinoceronti e gli elefanti. Il bracconaggio di elefanti ha raggiunto livelli critici in Africa centrale, dove i rinoceronti ormai sono prossimi all’estinzione. L’anno scorso l’Africa ha visto il più alto tasso di bracconaggio dall’inizio dell’acutizzarsi di questo dramma. Inoltre, il 2012 si è aperto con l’uccisione di centinaia di elefanti in un solo incidente in un parco nazionale del Camerun. “Data l’escalation del bracconaggio degli elefanti in Africa e l’aumento dei livelli di criminalità organizzata coinvolta nel commercio, è chiaro che la situazione ora è più che mai critica e si deve porre sempre più attenzione anche ai nostri mercati europei e a quello italiano dove le offerte di oggetti in avorio o zanne sono sempre più frequenti anche sui siti online“, ha detto il Responsabile del Programma Specie del WWF Italia Massimiliano Rocco.

Ma qualche barlume di speranza c’è. Spiegano gli animalisti: “Anche se la maggior parte dei paesi dell’Africa centrale riceve punteggi gialli o rossi per gli elefanti, ci sono alcuni segnali incoraggianti. Il Gabon nel mese scorso ha bruciato la sua intera riserva d’avorio, per garantire che le zanne non sarebbero tornate nel commercio illegale, e il presidente Ali Bongo si è impegnato a aumentare la protezione nei parchi del paese e ad assicurare che i crimini della fauna selvatica vengano processati e mandati in prigione. Bruciare gli stock di avorio come di corni o di pelli illegali è un passo essenziale ed importante per dire un netto NO al commercio ed al consumo di queste risorse, una scelta che dovrebbero fare molti dei paesi anche occidentali coinvolti in questi traffici“, ha continuato Rocco.

Fanno registrare dati incoraggianti l’India e il Nepal, che hanno ricevuto il punteggio verde per elefanti, rinoceronti e tigri. Nel 2011, il Nepal ha celebrato il primo anno senza alcun caso di bracconaggio ai danni dei suoi rinoceronti grazie al miglioramento delle iniziative di contrasto alla barbara pratica.

Un esempio per gli altri paesi, dove ancora troppi animali perdono la vita.

Francesca Mancuso

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