World Ocean Day 2010: oggi è la Giornata Mondiale degli oceani

Oggi è la Giornata Mondiale degli Oceani, la World Ocean Day 2010, ricorrenza che dal 1992 si celebra ogni anno l'8 giugno e il WWF prova a fare il punto sulla situazione di rischio in cui corrono oggi gli oceani, a causa della mancanza di regole ferree e chiare nella gestione delle piattaforme petrolifere, degli stock di pesce, della pesca a traino e del passaggio di imbarcazioni pericolose e inquinanti.

Oggi è la Giornata Mondiale degli Oceani, la World Ocean Day 2010, ricorrenza che dal 1992 si celebra ogni anno l’8 giugno e che quest’anno ha un sapore particolare dopo la catastrofe della Deepwater Horizon.

Il WWF prova a tirare le somme e a fare il punto sulla situazione di rischio in cui corrono oggi gli oceani, a causa della mancanza di regole ferree e chiare nella gestione delle piattaforme petrolifere, degli stock di pesce, della pesca a traino e del passaggio di imbarcazioni pericolose e inquinanti.A contribuire all’inquinamento delle acque oceaniche, mettendo a rischio numerose specie animali e vegetali, non sono solo i disastri ambientali, come quello che si sta consumando drammaticamente nel golfo del Messico, ma anche la cattiva gestione delle acque territoriali da parte dei governi dei vari Paesi.

Secondo l’associazione ambientalista infatti, solo l’1% delle acque oceaniche è protetto da una regolamentazione, che ne garantisce la salvaguardia, mentre il 99%, ovvero la quasi totalità, è sottoposto ogni giorno a rischio.
Gli ecosistemi oceanici infatti si stanno progressivamente impoverendo. “È giunta l’ora che le acque internazionali d’alto mare ricevano una maggiore attenzione – dice Marco Costantini, responsabile mare del Wwf Italia – Si deve contrastare la pesca illegale, impedire la circolazione di navi oceaniche “carretta”, e stabilire dei paletti alle attività di estrazione del petrolio per non andare incontro a disastri irreparabili “come quello nel Golfo del Messico, che avrà conseguenze sugli ecosistemi marini e costieri per almeno 50 anni“.

A fallire sono stati soprattutto i governi, che non solo non hanno impedito la distruzione dell’ecosistema, con un danno economico di circa 1,2 miliardi di dollari l’anno, ma hanno consentito anche lo smantellamento delle barriere coralline, mettendo a rischio i fondi oceanici e le aree di “alto mare”, che si trovano al di fuori delle competenze giurisdizionali nazionali e che rappresentano più del 60% degli oceani mondiali.
Secondo il WWF “devono essere istituite reti di Aree Marine Protette ecologicamente” entro il 2012, mentre i governi dovranno accelerare i tempi per trovare un accordo per difendere le acque marine.

In occasione di questa ricorrenza, il WWF ha ribadito ancora una volta l’esigenza di uscire presto dalla dipendenza del petrolio e dai combustibili fossili. Anche per proteggere i nostri oceani.

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