Basta alberi “imprigionati” in tubi di plastica, ci sono alternative per sostenere le piante giovani

La Woodland Trust annuncia di eliminare tutti i supporti in plastica per i nuovi alberi entro la fine dell’anno

La Woodland Trust (Regno Unito) sta provando a rivoluzionare il settore della conservazione del territorio e del rimboschimento e annuncia di eliminare tutti i supporti in plastica per i nuovi alberi entro la fine dell’anno

L’associazione di volontariato no-profit Woodland Trust spera di riuscire a piantare 10 milioni di alberi ogni anno fino al 2025. Un gesto lodevole e coscienzioso per la salvaguardia dell’ambiente naturale, che punta ancora più in altro attraverso l’abolizione dell’uso dei supporti in plastica per gli alberi entro la fine di quest’anno. Per riuscire in questo intento, l’associazione ha collaborato con ricercatori inglesi per cercare soluzioni alternative all’uso della plastica ma altrettanto efficienti nel sostenere i giovani alberi.

Siamo fra i maggiori piantatori di nuovi alberi del paese – spiega Darren Moorcroft, direttore esecutivo dell’associazione. – Conosciamo bene l’importanza di piantare nuovi alberi: rappresentano la soluzione principale alla crisi climatica, assorbono CO2 e rilasciano ossigeno pulito nell’area, contribuiscono al benessere degli animali. Tuttavia, senza supporti adeguati, è difficile che un giovane albero si tenga in piedi da solo: per questo la plastica, almeno finora, ha rappresentato l’unica via per garantire longevità agli alberi piantati da noi e per tutelarli dall’attacco dei predatori.

Ma sappiamo anche che la plastica non è biodegradabile, né sostenibile dal punto di vista ambientale. Se vogliamo davvero provare a salvare il mondo, dobbiamo trovare nuovi approcci sostenibili a salvaguardia degli alberi.

I supporti in plastica per gli alberi sono utilizzati sin dagli anni ’70 per proteggere i tronchi dall’assalto dei piccoli roditori, come gli scoiattoli.

Tuttavia, un recente studio che ha analizzato il ciclo di vita della plastica e dell’albero che essa protegge, rivela che e meglio perdere una certa percentuale di alberelli piuttosto che utilizzare grosse quantità di plastica per tutelarne la sopravvivenza: questo perché la plastica attorno agli alberi finisce per degradarsi nell’ambiente naturale e creare microplastiche, inquinando l’ambiente e mettendo in pericolo la vita degli animali. Lo studio stima che ci sarebbe una perdita del 35% di alberelli se non si utilizzano supporti di protezione (85% di sopravvivenza degli alberi con supporto contro il 50% degli alberi senza supporto).

Anche se la Woodland Trust si impegna a rimuovere i supporti di plastica dagli alberi che non ne hanno più bisogno e a riciclarli opportunamente, l’obiettivo ora è quello di sostituirli del tutto con alternative più green. Per questo motivo è iniziata la collaborazione con partner a livello accademico, manifatturiero nonché con esperti del settore della conservazione degli ambienti naturali.

Inoltre, l’associazione sta testando ogni tipo di alternativa alla plastica già presente sul mercato: un esempio di questo sono i supporti in cartone biodegradabile ottenuto riciclando gli scarti delle industrie della carta (un materiale ritenuto di scarto). Vedremo nei prossimi mesi quali saranno i risultati di questi sforzi in favore di un rimboschimento più sostenibile per l’intero ecosistema. 

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Fonte: Woodland National Trust

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