Via libera del Parlamento Ue alla Nature Restoration Law: riusciremo davvero a ripristinare tutti gli ecosistemi entro il 2050?

Fumata bianca del Parlamento europeo per il contestato regolamento sul ripristino degli ecosistemi d'Europa: cosa prevede e perché è così importante per il futuro della nostra biodiversità

Alla fine, dopo tante pressioni da parte delle lobby agricole, polemiche e una campagna di disinformazione, in Europa la natura ha vinto un’importante battaglia, almeno sulla carta. Con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astensioni, il Parlamento europeo ha dato il suo via libera alla Nature Restoration Law, la legge che riguarda il ripristino degli ecosistemi del Vecchio Continente.

Il regolamento – che nelle prossime settimane dovrebbe essere approvata definitivamente – stabilisce una serie di obiettivi vincolanti in vari campi d’azione, dalle zone umide ai fondali marini, per invertire la rotta e rimediare ai danni provocati dalle attività umane e i cambiamenti climatici.

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Cosa prevede la legge sul ripristino degli ecosistemi

Purtroppo la biodiversità in Europa è in allarmante declino: oltre l’80% degli habitat versa in condizioni critiche. Il regolamento – al quale l’Italia aveva provato a opporsi nasce proprio per ripristinare, attraverso strategie mirate ed efficaci, le zone umide, laghi e fiumi, le foreste, le praterie e i gli ecosistemi marini.

Più nel dettaglio Nature Restoration Law intende:

  • aumentare la biodiversità e recuperare quella andata persa
  • limitare il riscaldamento globale entro la soglia di 1,5°C
  • rafforzare la resilienza e l’autonomia strategica dell’Europa, prevenendo le catastrofi naturali e riducendo i rischi per la sicurezza alimentare
  • contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’UE in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici e di adattamento ad essi

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Le date prefissate sono due: entro il 2030 adottare misure di ripristino su almeno il 20% del territori e dei mari europei e il 15% dei fiumi nella loro lunghezza; invece, entro il 2050 recuperare tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino.

Tuttavia, il testo approvato risulta indebolito rispetto l’ambizioso progetto proposto all’origine e votato dalla Commissione Ue. In particolare, è stato cancellato l’articolo che avrebbe ripristinato la natura nei terreni agricoli, comprese le torbiere. In questo modo l’Europa ha perso l’occasione di rimediare agli effetti deleteri provocati dall’agricoltura intesiva, che rappresente una delle più gravi minacce alla biodiversità.

Inoltre a preoccupare le associazioni ambientaliste, fra cui il WWF, l’eliminazione delle azioni dedicate alla tutela degli impollinatori, essenziali per il futuro del Pianeta e per contribuire alla sicurezza alimentare.

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Fonti: Unione europea/ WWF

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