Quando pensate ai predatori vi vengono subito in mente tigri e leoni? In realtà nel nostro Pianeta il vero super predatore è l’uomo. Cacciatori e pescatori hanno la meglio sui predatori di tutto il mondo per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse disponibili.
Quando pensate ai predatori vi vengono subito in mente tigri e leoni? In realtà nel nostro Pianeta il vero super predatore è l’uomo. Cacciatori e pescatori hanno la meglio sui predatori di tutto il mondo per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse disponibili.
Si tratta di quanto evidenziato dai ricercatori del Raincoast Conservation Foundation, della University of Victoria e dell’Hakai Institute, che insieme hanno identificato l’uomo come super predatore del Pianeta e che perciò suggeriscono un cambiamento di paradigma nella gestione delle risorse. Lo studio in questione è stato pubblicato sulla rivista Science.
I ricercatori si sono basati sui dati provenienti da più di 300 studi per condurre una meta-analisi globale che mostra che, ad esempio, la pesca sfrutta i pesci adulti ad un tasso di 14 volte maggiore rispetto all’azione dei predatori naturali non umani degli oceani.
Per quanto riguarda la caccia, gli esseri umani sono stati definiti come dei grandi carnivori che uccidono gli animali ad un tasso di 9 volte superiore rispetto agli altri predatori. La caccia da parte dell’uomo prende in considerazione animali sia erbivori che carnivori e la situazione si aggrava quando viene effettuata semplicemente per ottenere dei trofei e per partecipare a gare e competizioni.
Gli ecosistemi di tutto il mondo, secondo gli esperti, mostrano sempre più i segni del predominio dell’uomo. A loro parere, le nuove tecnologie, che avrebbero dovuto beneficiare l’umanità e il mondo, in realtà hanno trasformato l’uomo in un super predatore che non ha nessun riguardo per le risorse che sfrutta.
In natura i predatori marini si rivolgono alle specie di minor interesse riproduttivo, mostrando la massima intelligenza, mentre l’uomo trae vantaggio proprio dai pesci adulti e dagli animali acquatici a massimo potenziale riproduttivo. Ad esempio, l’uomo con la pesca è interessato a catturare salmoni adulti, mentre i predatori acquatici non umani si rivolgono a pesci più giovani.
Secondo i ricercatori coinvolti nello studio, come super predatori, i cacciatori e i pescatori operano al di là dei limiti degli ecosistemi naturali. A loro parere, per ristabilire l’equilibrio, sarebbe necessario introdurre una nuova gestione delle risorse facendo riferimento ai tassi di sfruttamento attuati da parte dei predatori naturali, dei veri e propri modelli di sostenibilità.
Spostare l’attenzione dell’uomo dalle prede adulte a quelle giovani comporterebbe un cambiamento culturale, economico e istituzionale molto marcato e gli esperti si chiedono se sarà possibile una simile modifica. I ricercatori, in conclusione, prevedono una trasformazione audace della gestione delle risorse, in base a cui imitare i tassi di predazione dei predatori non umani potrebbe rappresentare la vera chiave per la sostenibilità.
Marta Albè
Fonte foto: Slashgear
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