Una levata di scudi per difendere gli ulivi salentini. Scorre a fiumi l’indignazione per le conseguenze che potrebbe avere la proposta di modifica della legge regionale 14 per la Tutela e valorizzazione degli ulivi monumentali della Puglia, presentata nei giorni scorsi da Massimo Cassano, consigliere regionale del Pdl.
Una levata di scudi per difendere gli ulivi salentini. Scorre a fiumi l’indignazione per le conseguenze che potrebbe avere la proposta di modifica della legge regionale 14 per la “Tutela e valorizzazione degli ulivi monumentali della Puglia“, presentata nei giorni scorsi da Massimo Cassano, consigliere regionale del Pdl.
Al centro della discordia, secondo quanto riferito dalle associazioni ambientaliste, la volontà da parte dell’opposizione d’introdurre un termine di 60 giorni per il rilascio di autorizzazioni all’espianto e allo spostamento di piante secolari. Ma “superati i due mesi senza che la Commissione abbia provveduto a fornire il richiesto parere – spiegano gli ecologisti – l’ente o il privato proprietario del fondo su cui insistono gli alberi monumentali può spostarli o reimpiantarli nella stessa proprietà“.
Una modifica che, ad ora, ha trovato anche l’appoggio di alcuni consiglieri del Pd, di Sinistra Ecologia e Libertà, del Psi e dell’Udc, alimentando il rischio concreto di un “disboscamento radicale degli uliveti di Puglia”. E contro cui il Coordinamento civico apartitico per la tutela del territorio e della salute del cittadino e il Forum ambiente e salute del Grande Salento hanno già proposto una petizione firmata da oltre 1.400 persone. L’obiettivo, sul fronte dei dissidenti, è blindare la 14 ed allargare alle ricche piante del Vicino oriente gli stringenti vincoli previsti per le aree boscate, nonché “favorire negli uliveti la conversione agricola verso le filosofie del biologico ben più salubri per l’uomo e l’ecosistema nel suo complesso“.
“La levata di scudi di alcuni pseudo-ambientalisti contro la mia proposta di legge sugli ulivi secolari è a dir poco incomprensibile: negli ultimi tre anni migliaia di ulivi sono stati letteralmente buttati per far posto ad impianti eolici e fotovoltaici e non mi sembrato che nessuno gridasse allo scandalo“. Si difende così, dal canto suo, Massimo Cassano, secondo cui “inserire un termine di 60 giorni” per gli espianti con “annessi spostamenti, non significa che si voglia il cemento al posto degli ulivi“. Per il consigliere, infatti, pare che la salvaguardia degli ulivi si possa risolvere in un vero e proprio ostacolo all’economia della regione. “In Puglia ci sono 60 milioni di ulivi e di questi, 5 milioni sono delle vere opere d’arte della natura. “Monumenti” che devono sì essere tutelati, ma non necessariamente a esclusivo danno delle esigenze di sviluppo del territorio“.
Pronta la replica del presidente del Fondo Ambiente Italiano di Bari, Dino Borri, che dopo aver definito “un’idea folle” la modifica della 14 ha osservato che “la Regione dovrebbe anzi accrescere i livelli di salvaguardia applicando agli ulivi i criteri della foresta naturale“.
Sale intanto la tensione in provincia di Lecce, a Carpignano Salentino, dove, come raccontano gli ambientalisti, “in maniera scandalosa centinaia di ulivi secolari sono stati estirpati selvaggiamente per asciare il posto ad un impianto industriale fotovoltaico in piena zona agricola ed olivetata“. E a Lequile, dove il Comune avrebbe invece “richiesto alla Commissione regionale preposta l’autorizzazione all’espianto di circa mille ulivi” per l’ampliamento della Zona industriale.
Augusto Rubei