Trovato nel nord del Cile un fiore dichiarato estinto da più di un secolo: il cardo sacro

Trovato nel nord del Cile un fiore considerato estinto da un secolo

Nel 2021 un team di ricercatori ha riscoperto una pianta considerata estinta da quasi un secolo, l’Argemone crassifolia, conosciuto anche come “cardo sacro”, originaria della regione di Atacama, nel nord del Cile. Stiamo parlando di un fiore considerato estinto almeno dal 1925, anno in cui fu documentato per l’ultima volta dal botanico americano Ivan Murray Johnston, e che sembrava scomparso per sempre.

La storia dell’Argemone crassifolia

L’Argemone crassifolia è una specie endemica della regione di Atacama, descritta per la prima volta nel 1925 da Johnston. Il botanico americano la raccolse nella “Quebrada Cañas”, una località di cui non si conosceva esattamente la posizione geografica. Nonostante numerose ricerche nel corso dei decenni successivi, nessuno riuscì più a trovarne traccia, portando nel 2010 alla sua classificazione come specie estinta dal Ministero dell’Ambiente cileno, status raggiunto per via dell’assenza di avvistamenti recenti e  di esemplari raccolti.

La pianta, appartenente alla famiglia delle Papaveracee, era caratterizzata da grandi foglie composte e fiori vistosi, con una morfologia che la differenziava dalle altre specie di Argemone presenti in Cile. Il nome volgare, “cardo sacro”, deriva dalla somiglianza con i cardi, ma a differenza di questi ultimi, l’Argemone crassifolia si distingue per la completa assenza di spine in alcuni esemplari, dettaglio che è stato possibile confermare soltanto dopo il ritrovamento nel 2021.

La riscoperta dell’Argemone crassifolia

Il merito di questa straordinaria scoperta va attribuito al team di ricercatori della Banca dei Sementi Base dell’INIA Intihuasi , un istituto di ricerca agricola cileno. Il gruppo, guidato da Sergio Ibáñez, ha intrapreso un’indagine complessa e meticolosa, il cui primo passo è stato quello di analizzare l’unico esemplare d’erbario della pianta, raccolto da Johnston nel 1925, e conservato a Vicuña. L’esemplare conteneva alcune informazioni geografiche vaghe, ma di grande rilevanza, che indicavano come la pianta fosse stata raccolta in un’area tra la Quebrada de Paipote e la Sierra San Miguel, a est di Copiapó.

Ibáñez ed il suo team hanno utilizzato queste informazioni per consultare dei vecchi database e delle mappe topografiche, cercando località che contenessero la parola “Cañas”, o quantomeno delle varianti credibili. Dopo aver identificato alcune aree potenzialmente adatte, la squadra si è concentrata su una piccola regione vicino a Copiapó, dove le condizioni ambientali sembravano compatibili con quelle descritte nei documenti di Johnston.

Argemone crassifolia 2

Nel 2021, durante la primavera cilena, il team ha condotto diverse spedizioni sul campo, approfittando di un’annata caratterizzata da precipitazioni superiori alla media, condizioni che avrebbero potuto favorire la fioritura della pianta. Dopo un lungo e difficile lavoro di esplorazione, finalmente gli scienziati hanno individuato una popolazione di Argemone crassifolia, una scoperta che ha segnato il ritorno di una specie considerata perduta, e che è riuscita a fornire un imperdibile opportunità per raccogliere dei nuovi dati scientifici.

Caratteristiche e diversità della specie

Una delle peculiarità dell’Argemone crassifolia è la sua diversità morfologica, il  team di Ibáñez ha infatti osservato che, oltre agli esemplari privi di spine (come quello conservato nell’erbario), esistono individui che invece presentano delle spine. Tale variabilità può portare a confusione con altre specie simili, ma l’analisi dettagliata ha permesso di confermare che si tratta della stessa specie, distinta per alcune caratteristiche peculiari.

In generale, la pianta presenta un lungo stelo che sorregge i fiori nella parte superiore ed un apparato fogliare abbondante alla base, mentre il suo habitat naturale è tipico delle zone aride e semi-aride, come la regione di Atacama, una delle aree più secche del mondo.

Importanza ecologica e conservazione

La riscoperta dell’Argemone crassifolia ha un’importanza ecologica e scientifica di straordinaria portata. Secondo Ibáñez, la pianta è la seconda specie più significativa della flora della regione di Atacama, subito dopo il famoso Leontochir ovallei, acnhe noto come “artiglio del leone”. Inoltre, l’Argemone crassifolia appartiene ad un gruppo di piante che producono una serie di composti biochimici di grande interesse, con potenziali applicazioni mediche: le proprietà medicinali della pianta, in particolare la capacità di combattere la scabbia e calmare la tosse, erano già note in passato, ma la riscoperta apre la strada a nuove ricerche in campo farmacologico.

Bisogna sottolineare quanto la sopravvivenza della specie sia pero minacciata dall’intensa attività mineraria presente nella regione. L’area in cui è stata ritrovata la popolazione di Argemone crassifolia si trova infatti in una zona ricca di risorse minerarie, il che rappresenta un rischio significativo per la conservazione della pianta nel suo habitat naturale.

Per far fronte a questo pericolo, i ricercatori dell’INIA hanno raccolto semi dagli esemplari ritrovati e li hanno conservati presso la Banca dei Sementi Base dell’INIA Intihuasi, una misura di conservazione capace di garantire che, anche se l’habitat naturale della pianta dovesse essere compromesso, la specie non andrebbe persa per sempre.

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Fonte: Gayana Botanica

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