Il caldo record mette a dura prova la sopravvivenza delle specie marine e tra queste vi sono i coralli esposti allo sbiancamento
Con l’aumento delle temperature globali, tutti gli esseri viventi, umani compresi, sono a rischio. Ma le specie più vulnerabili sono quelle degli ecosistemi marini come i coralli che popolano gli straordinari reef nel mondo e, che per via dello sbiancamento che li colpisce, rischiano di scomparire.
A seguito delle ondate di calore record degli ultimi anni, molti paesi – quali ad esempio l’Australia – hanno preso posizione per tutelare il proprio patrimonio ambientale e salvare la Grande Barriera corallina, ma questo non basta secondo gli studiosi.
Un recente studio condotto dai ricercatori delle James Cook University, University of Leeds, e Texas Tech University, guidati dal biologo marino e professore Scott Heron, ha infatti dimostrato che se la temperatura mondiale rilevata negli oceani dovesse aumentare ancora di 1.5°C allora per i coralli di tutto il mondo non ci sarebbe scampo poiché questi non riuscirebbero a riprendersi dallo stress dell’eccessivo calore.
Circa l’84% dei coralli presenti sul nostro Pianeta è situato in aree geografiche fortemente colpite dall’aumento delle temperature e questo provocherà il loro sbiancamento negli anni a venire. Da questa catastrofe potrebbe salvarsi solo lo 0,2% dei coralli presenti nell’Oceano indiano poiché è dimostrato che queste acque sono molto più fredde di altre. Questa percentuale è comunque pari al nulla.
Tutte le barriere coralline della Terra sono a rischio anche perché impedire da subito che il riscaldamento globale superi i 1,5°C sembra sempre più improbabile secondo il team del prof. Heron ed i dati attuali. Oltre a questo bisogna tener in conto che i coralli necessitano di circa 10 anni per ristabilire le funzioni vitali dell’ecosistema marino e che
la maggior parte delle barriere coralline non avrà il tempo di riprendersi tra gli eventi di sbiancamento
afferma il prof. Heron.
Per valutare i danni del riscaldamento globale sulle barriere coralline i ricercatori hanno utilizzato delle proiezioni di modelli climatici di ultima generazione tali da prevedere l’esposizione di quelli che chiamano “rifugi termali” a temperature sempre maggiori.
Questi rifugi sono delle località in cui, grazie alle correnti marine e alle acque più profonde che rilevano temperature più basse, i coralli potrebbero essere in grado di sopravvivere alle ondate di calore estreme e forse sarebbe possibile recuperarli. Questa è solamente una ipotesi, ma il prof Heron ed il suo team si augurano che sia effettivamente così.
Fonte: Plos
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