Cetrioli di mare: guarda la curiosa strategia che usano per difendersi dai predatori

Un nuovo studio dimostra che i cetrioli di mare se attaccati o spaventati emettono lunghi filamenti appiccicosi con cui invischiano i predatori

I cetrioli di mare (oloturia – Holothuroidea) sono curiosi animali che vivono sui fondali marini di tutto il mondo; presentano un corpo cilindrico e bocca ed ano situati alle estremità opposte. 

A causa dei loro movimenti lenti sembrerebbero un bersaglio facile per i predatori affamati degli oceani, ma in realtà, se spaventati, adottano curiose strategie di difesa.

Lo dimostra un nuovo studio, secondo cui questi animali si difendono da eventuali attacchi attraverso l’espulsione di viscere dalla cavità anale.

In particolare si tratta dei tubi di Cuvier, un groviglio di fili lunghi ed appiccicosi, composti da proteine simili alla seta del ragno che possono neutralizzare ed intrappolare il predatore.

L’analisi genetica ha rivelato che le membrane dei tubuli sono formate da lunghe sequenze di amminoacidi, analoghe a quelle che si trovano nelle ragnatele o nei fili dei bachi da seta. Queste conferiscono all’organo un’elevata resistenza alla trazione. A contatto con una qualunque superficie i tubuli diventano appiccicosi e intrappolano il predatore.

Le proteine all’interno della membrana dei tubi di Cuvier hanno caratteristiche simili all’amiloide (deposito anomalo di proteine che si accumula nei tessuti e negli organi, causandone il malfunzionamento).
Le proteine amiloidi, responsabili di alcune patologie come la malattia di Alzheimer, sono invece utilizzate da alcuni organismi marini come un forte adesivo. Gli autori dello studio sospettano che questa caratteristica sia tipica anche dei cetrioli neri di mare.

I ricercatori hanno inoltre scoperto che il cetriolo di mare ha la capacità di auto-amputare l’organo cuvieriano, una volta espulso. Questo impiegherà poi soli 15 giorni per rigenerarsi completamente ed essere pronto a difendersi da un eventuale nuovo attacco.

Nel frattempo i cetrioli di mare tendono a nascondersi, sotto le rocce, i coralli oppure tra le foreste di alghe. Qui, al sicuro dai predatori, filtrano la materia organica della sabbia, sintetizzando varie sostanze nutritive come per esempio il calcio. Successivamente tali sosta verranno rilasciate in acqua cosicché potranno essere assorbite da altri animali.

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Fonte: PNAS

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