Un Comune brasiliano ha apportato modifiche alla sua legislazione e ha riconosciuto alla Natura pieni diritti. Una decisione di fondamentale importanza per la tutela dell'ecosistema
Senza la natura, senza i suoi corsi d’acqua, gli alberi e la sua lussureggiante vegetazione il mondo non esisterebbe. La natura è vita e dà vita. È un concetto semplice, ma che in nome del guadagno e del progresso dimentichiamo.
Non è così nel Comune di Cáceres, nello Stato brasiliano del Mato Grosso, dove le autorità hanno compiuto un passo importantissimo. Pochi giorni fa è stata apportata una modifica della Lei Orgânica che riconosce alla natura pieni diritti.
La proposta è del consigliere Cézare Pastorello, il quale si è rivolto alla popolazione invitandola a guardare alla natura come un soggetto di diritto. Il progetto è stato discusso assieme ai cittadini nell’aula plenaria del Comune lo scorso 13 luglio per contribuire con idee da integrare e pareri e ha ricevuto l’approvazione dalle commissioni camerali.
Non è la prima volta che una simile decisione viene presa in Brasile. Nel Paese l’apripista fu il Comune di Bonito, nello Stato del Pernambuco, nell’anno 2018. Da allora altri quattro Comuni brasiliani hanno seguito l’esempio. Adesso anche Cáceres.
Riconoscere i diritti della Natura significa elevare a un nuovo livello la protezione della biodiversità, un’azione chiave per l’area del Pantanal (dove si trova Cáceres), la più grande zona umida del Pianeta che si estende in Brasile, Bolivia e Paraguay.
Attualmente viviamo in un’epoca di antropocentrismo che sta portando la società a giustificare i suoi fini, anche se i mezzi distruggono l’ambiente in cui tutti ci troviamo. È come se stessimo cercando la nostra stessa estinzione, ignorando che noi umani non esistiamo per soggiogare noi stessi e per esplorare la natura, al contrario, ne facciamo parte. Pertanto, porre la Natura come titolare dei diritti significa che tutte le discussioni legislative, licenze, usi, ecc., devono passare attraverso gli aspetti della conservazione ambientale” le parole di Pastorello.
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Fonte: Câmara de Cáceres
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