Nuove norme dal parte dell'Ue per contrastare la diffusione delle specie invasive, quasi 12.000 estranee agli habitat locali sul suolo europeo
Nuove norme dal parte dell’Ue per contrastare la diffusione delle specie invasive, quasi 12.000 estranee agli habitat locali sul suolo europeo.
Ieri la Commissione europea ha reso nota una nuova proposta di regolamento per prevenire e gestire le specie invasive considerate una grave minaccia per la biodiversità. Attualmente in Europa, insieme alle specie autoctone, ne vivono altre 12.000 estranee. Di esse, circa il 15% è invasivo e in rapida crescita. Onde evitare soluzioni drastiche, come purtroppo più volte è accaduto, la proposta dell’Ue mira a prevenirne l’arrivo sul continente europeo.
Alcune specie selezionate saranno dunque bandite dall’UE. Spiega la Commissione che non sarà ammesso importarle, acquistarle, usarle, rilasciarle o venderle. Gli Stati membri dovranno collaborare a stilare un elenco di tali specie, avvalendosi di valutazioni del rischio e di prove scientifiche.
Perché le specie esotiche, secondo l’Ue, sono una triplice minaccia: economica, ecologica e strategia. Dal punto di vista strettamente economico, “ogni anno in Europa le specie esotiche invasive causano danni per almeno 12 miliardi di euro, sotto forma di pericoli per la salute pubblica (per es. il calabrone gigante asiatico e la zanzara tigre, i cui effetti possono essere letali), danni alle infrastrutture (per es. la Fallopia Japonica che deteriora gli edifici) e perdite di raccolti agricoli (per es. la nutria che distrugge i seminativi)”.
Anche dal punto di vista ecologico, la loro presenza è considerata una minaccia per gli ecosistemi e la biodiversità. A tal proposito, l’Ue cita come esempio il ciliegio americano, nocivo per gli ecosistemi forestali e gli scoiattoli grigi, che stanno soppiantando quelli rossi, autoctoni. Dopo la perdita degli habitat, infatti, le specie esotiche invasive sono la seconda causa di perdita della biodiversità nel mondo. Dal punto di vista strategico, gli stati devono agire insieme: “Impegnare ingenti risorse per affrontare questo problema ma i loro sforzi sono vani se circoscritti al solo livello nazionale” si legge.
Che fare allora? La proposta della Commissione parte dalla prevenzione, con i controlli effettuati dagli Stati membri per prevenire l’introduzione deliberata delle specie interessate. Una seconda fase riguarda il preallarme e la risposta rapida nel caso in cui gli Stati individuano una specie di rilevanza unionale che sta iniziando ad insediarsi. Nel caso di specie ormai “ ampiamente diffuse” l’Ue ha disposto che i paesi “dovranno avvalersi di misure intese a minimizzare i danni da queste causati”.
Quali misure, non è dato saperlo. L’augurio è che le stragi di procioni di Madrid e quella di nutrie di Cesenatico non siano da esempio.
Janez Potočnik, Commissario per l’Ambiente, ha commentato: “La lotta alle specie esotiche invasive è l’esempio classico di un settore in cui l’Europa dà il meglio collaborando. Il testo di legge che proponiamo aiuterà a proteggere la biodiversità e mira a permetterci di concentrare l’azione sulle minacce più serie. Questo ci aiuterà a migliorare l’efficacia delle misure nazionali e a ottenere risultati nel modo più economico”.
La nuova proposta di regolamento dovrà passare ora al vaglio del Consiglio Europeo e del Parlamento.
Francesca Mancuso
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