Il Capitano Paul Watson di Sea Shepherd è nei guai. Il Governo maltese ha avviato un procedimento per diffamazione contro di lui. La sua terribile colpa? Aver denunciato, in un'intervista pubblicata sul giornale New Europe , il coinvolgimento dei corrotti politici maltesi nella cattura illegale del tonno rosso. Lo ha annunciato il Primo Ministro maltese Lawrence Gonzi, rispondendo ad una interrogazione parlamentare di Jesmond Mugliett.
Il Capitano Paul Watson di Sea Shepherd è nei guai. Il Governo maltese ha avviato un procedimento per diffamazione contro di lui. La sua terribile colpa? Aver denunciato, in un’intervista pubblicata sul giornale New Europe , il coinvolgimento dei corrotti politici maltesi nella cattura illegale del tonno rosso. Lo ha annunciato il Primo Ministro maltese Lawrence Gonzi, rispondendo ad una interrogazione parlamentare di Jesmond Mugliett.
I presunti collusi con questa pesca scellerata di un animale in via di estinzione non l’hanno presa benissimo e hanno dato il via all’azione legale, unica nel suo genere in quanto promossa da un Governo. “Un governo che cita per diffamazione – ha commentato il Capitano Watson – è un caso davvero singolare“, ha commentato il Capitano Watson, convinto ancora di più della sua denuncia. I maltesi starebbero intascando soldi per chiudere un occhio sulla pesca indiscriminata del tonno per immagazzinarne grosse quantità e poter speculare sui prezzi. Watson ne ha le prove. “Ciò che sta accadendo a Malta è che è nata un’intera impresa illegale che gode del pieno appoggio dei politici, che vengono corrotti da questi pescatori di tonno“, spiegava il Capitano nell’intervista incriminata.
Insomma, nessun riconoscimento per il duro lavoro di difesa dei mari e dei suoi abitanti per il fondatore di Sea Shepherd. Anzi, deve subire anche un procedimento per diffamazione da un intero Governo. Un bel modo, non c’è che dire, per accoglierlo al rientro dal suo recente grande successo contro la nave macello giapponese Nisshin Maru che, raggiunta dalla nave di Sea Shepherd Bob Barker, ha definitivamente lasciato i luoghi di caccia. La flotta giapponese, secondo quanto comunicato da Sea Shepherd, ha lasciato in anticipo le acque del Santuario delle Balene nell’oceano del sud, dopo 17.000 miglia di inseguimento che hanno lasciato pochissimo tempo per uccidere i cetacei.
“Due delle tre navi arpionatrici hanno trascorso più tempo ad inseguire le due navi di Sea Shepherd che ad uccidere questi animali“, spiega l’associazione. Per il Capitano Watson “è stata una Campagna di successo. Ci sono centinaia di balene che nuotano libere nel Santuario delle Balene dell’Oceano Antartico e che ora sarebbero morte se non fossimo stati laggiù negli ultimi tre mesi. Questo ci rende davvero molto felici“. E speriamo che, grazie all’infaticabile ed eroica opera degli eco-pirati, presto anche tanti tonni del Mediterraneo possano nuotare liberi, senza essere selvaggiamente e indiscriminatamente uccisi, anche nelle acque del nostro Mediterraneo.