Fiori: sulle Prealpi Bresciane è stata scoperta la Campanula Martinii, simile alla Campanula Bertolae
Scoperta la Campanula Martinii nel nord Italia. Sulle Prealpi Bresciane tra selle, valichi e bocchette, circa vent’anni fu scovata una pianta tanto simile alla Campanula Bertolae. Fiori di un colore misto tra il viola e il blu, lunghi rami e grosse radici sotterranee. Si trattò di una trovata inusuale – effettuata dall’esperto Franco Fenaroli insieme a un team di botanici – perché quel tipo di pianta viveva nel territorio della provincia di Torino e non nelle terre vicino a Bagolino, nelle provincia di Brescia.
Oggi, dopo numerose analisi, gli studiosi hanno decretato che quella pianta ritrovata nel bresciano è un esemplare diverso rispetto alla Campanula Bertolae. Nuovo e ben distinto, si tratta di quello che oggi ha preso il nome di “Campanula martinii“, in onore di Fabrizio Martini, noto studioso della flora delle Alpi.
“L’ho chiamata Campanula Martinii – spiega Fenaroli – per dedicarla al mio maestro botanico triestino che mi ha trasmesso l’amore per questo meraviglioso mondo che è ormai la mia vita“.
Presente non solo sulle Prealpi Bresciane, ma anche in altre aree lombarde e trentine, la Campanula martinii è differente rispetto alle altre specie affini sia da un punto di vista morfologico, che cariologico e molecolare. “Al giorno d’oggi – commenta Fenaroli – per definire una nuova specie sono necessari esami accuratissimi, come quello del Dna e del numero cromosomico. Con questi dati si possono confermare o contraddire le intuizioni degli esperti”.
Campanula Martinii, foto di Franco Fenaroli – http://www.actaplantarum.org/
La ricerca che documenta il ritrovamento è stata da poco pubblicata sulla rivista internazionale “Phytotaxa” ed è stato condotta per alcuni anni da Lorenzo Peruzzi, ricercatore del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e da Nico Cellinese dell’Università della Florida, una delle massime esperte della filogenesi della famiglia Campanulaceae, insieme ai botanici del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e del Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia.
Germana Carillo
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