Gli appassionati di funghi conosceranno sicuramente il "porcino malefico", un fungo tossico appartenente alla famiglia delle Boletaceae che può essere erroneamente confuso con un boleto commestibile
Di funghi ne esistono di tutti i tipi, forme e colori. Ogni bosco ne custodisce tante varietà e passeggiare tra i suoi sentieri alla ricerca di questi coni fruttiferi è un’attività molto piacevole purché sia fatta con consapevolezza e nel rispetto delle norme.
Per raccogliere i funghi ed evitare intossicazioni più o meno serie bisogna non solo essere in possesso del tesserino raccolta funghi in corso di validità in ciascuna Regione si risieda, ma avere anche una discreta conoscenza delle specie fungine.
Basta davvero un niente per confondere un fungo con un altro. Ne sono la prova i ricoveri di clienti di ristoranti o degli stessi cercatori di funghi. E, purtroppo, non c’è da sorprendersi se si pensa che al mondo esistono diverse migliaia di specie fungine differenti.
Molti vanno in cerca dei porcini, anche noti come boleti in quanto appartenenti alla famiglia delle Boletaceae, ma proprio in questo gruppo si cela un fungo che si è guadagnato il soprannome di “porcino maligno”.
È il Rubroboletus Satanas, il fungo di Satana in quanto velenoso. Questa specie può essere scambiata per il Boletus edulis ma, se ingerita, provoca disturbi gastrointestinali anche gravi.
Come riconoscere il porcino malefico
Per identificare questo tipo di porcino bisogna osservare tutti i tratti caratteristici dei funghi ossia:
- cappello: di circa 25-30 centimetri, carnoso e convesso con cuticola asciutta che non vira al tatto, dal colore bianco latte a olivastro
- imenoforo: con tubuli lunghi che, al taglio, virano dal giallo all’azzurro. Pori rotondi e rossastri
- gambo: carnoso e sodo di un intenso color rossastro nella parte centrale, giallo più sfumato in quella superiore e giallognolo nella parte inferiore
- carne: di colore giallo pallido che vira sull’azzurro al taglio
Questa specie, seppur poco comune, si trova nel periodo estivo-autunnale nei boschi di latifoglie, in prevalenza querce e castagni. Qualora non si fosse sicuri del fungo che si ha davanti valgono sempre due consigli: non raccoglierlo e andare avanti o coglierlo e portarlo all’ASL chiedendo la determinazione da parte del micologo responsabile. Mai consumare specie che non si conoscono.
Fonte: Funghi in Italia – Nicolò Oppicelli
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