Nella città di Gladstone, nel Queensland, sono state campionate delle mutazioni alquanto preoccupanti di Rhinella marina, anche detto rospo delle canne, specie aliena perché nativa delle Americhe, velenosa, introdotta in Australia negli anni trenta nel tentativo di controllare e ridurre la popolazione degli scarafaggi e che ben presto, come accade in questi casi, ha finito per colonizzare ambienti prima occupati dalle specie di anfibi locali diventando così ben presto invasiva e fuori controllo.
Da quando Rachel Carlson ha scritto il suo “primavera silenziosa“, di acqua sotto i ponti ne è passata e molta anche, ma la cosa che turba ancora oggi, dopo più di 40 anni, è rendersi conto che un libro come quello è, non solo perfettamente attuale, ma anche dotato di un enorme potere di previsione, allora come oggi.
È questo quello che ho pensato non appena ho appreso solo l’ultima, in ordine di tempo, notizia che mi è capitata sotto gli occhi circa l‘inquinamento di origine antropica (come se ne esistesse di altro tipo!) che sta interessando la zona nord orientale australiana.
Nella città di Gladstone, nel Queensland, sono state campionate delle mutazioni alquanto preoccupanti di Rhinella marina, anche detto rospo delle canne, specie aliena perché nativa delle Americhe, velenosa, introdotta in Australia negli anni trenta nel tentativo di controllare e ridurre la popolazione degli scarafaggi e che ben presto, come accade in questi casi, ha finito per colonizzare ambienti prima occupati dalle specie di anfibi locali diventando così ben presto invasiva e fuori controllo.
Sono stati trovati animali con più arti del normale, senza occhi, con una terza zampa anteriore che cresce dal busto e con otto dita invece di quattro.
Gladstone è una delle città più industrializzate del paese che vanta sul suo territorio la presenza di una centrale elettrica a carbone, due fonderie ed un‘industria di gas naturale: la percentuale di mutazioni trovate però risulta preoccupante in quanto fino al 20% della totalità di rospi sull’interro campionamento sono stati rilevati con mutazioni gravi contro l’1% nelle aree non urbane.
Scott Wilson della Central Queensland University ricorda che la qualità delle acque e le condizioni di salute dei pesci nella baia di Gladstone sono già fonte di preoccupazioni ambientali da diverso tempo: 10 mila sono stati i rospi esaminati nella regione di Gladstone negli ultimi tre anni e fra il 6 e l’8% di loro hanno mostrato anormalità riferibili direttamente o indirettamente agli scarichi chimici nelle acque o all’inquinamento atmosferico.
Foto: http://www.brisbanetimes.com.au
Inoltre lo scorso anno sono stati trovati morti 6 delfini e 231 tartarughe.
I pescatori accusano l’inquinamento dell’acqua ed in particolare il dragaggio imponente eseguito nel porto responsabile di aver sollevato dal fondo sostanze contaminanti che sono state così rese libere nelle acque.
C’è da ricordare inoltre che gli anfibi sono animali molto particolari che risentono enormemente di inquinanti e sostanze estranee, respirando dalla pelle e vivendo in ambienti umidi sono tra i primi a manifestare malformazioni o mutazioni in seguito a danni ambientali ed inquinamento e quindi ottimi organismi controllo e spesso usati loro malgrado per studi di tossicità e monitoraggio di inquinanti.
Forse sarebbe bene per una volta rendersi conto di quel che sta davvero accadendo nella zona senza aver timore delle ripercussioni economiche che questo interesse potrebbe avere, almeno non prima di essersi preoccupati delle ripercussioni sulla salute pubblica e ambientale, enormemente compromesse da attività antropiche evidentemente fuori controllo, mal studiate e mal gestite.
Quanto sarà silenziosa la primavera a Gladstone?
KIA – Carmela Giambrone
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