Ma che cosa accadrebbe se quel cinguettio pian piano si affievolisse, fino a sparire? Le rondini hanno risentito pesantemente delle modifiche ambientali verificatesi negli ultimi anni, tanto che uno studio di BirdLife International ha stimato che la popolazione europea di questi volatili si sia ridotta di almeno il 40% negli ultimi decenni.
“Vorrei girare il cielo come le rondini .E ogni tanto fermarmi qua e là Aver il nido sotto i tetti al fresco dei portici E come loro quando è la sera chiudere gli occhi con semplicità”. Cantava questo Lucio Dalla, da poco scomparso, evocando una storia che si ripete quieta come le stagioni, la storia della migrazione delle rondini, della primavera che arriva con loro, dei profumi della sera accompagnati dallo stridere delle bestioline svolazzanti nel cielo.
Immagini che popolano i nostri ricordi, rumori che automaticamente ricolleghiamo all’inizio della bella stagione. Ma che cosa accadrebbe se quel cinguettio pian piano si affievolisse, fino a sparire? Le rondini hanno risentito pesantemente delle modifiche ambientali verificatesi negli ultimi anni, tanto che uno studio di BirdLife International ha stimato che la popolazione europea di questi volatili si sia ridotta di almeno il 40% negli ultimi decenni.
Le cause della loro progressiva scomparsa sono varie: innanzitutto l‘agricoltura intensiva con il suo massiccio utilizzo di pesticidi nocivi ha colpito pesantemente questa specie, privandola di siepi, fossi e prati adatti alla nidificazione ed eliminando gli insetti alla base della sua dieta. Allo stesso modo, la diffusa abitudine di distruggere i piccoli ripari in fango che le rondini si costruiscono metodicamente scoraggia il ritorno di questi animaletti abitudinari che, dopo la migrazione autunnale verso i paesi caldi, in aprile/maggio fanno quasi sempre ritorno ai propri nidi. Anche i cambiamenti climatici e in particolar modo la desertificazione costituiscono una minaccia per queste simpatiche bestiole: con il mutare del clima e della ciclicità degli eventi, le varie specie animali provano infatti ad adattarsi modificando la propria distribuzione geografica, le proprie modalità di migrazione e di riproduzione. Non sempre tuttavia hanno successo, in quanto con il mutare del clima insorgono anche numerosi problemi: nuovi agenti patogeni spesso fatali, eventi metereologici estremi, penuria di cibo.
Ci sono cambiamenti che nel nostro piccolo non possiamo pretendere di arrestare dall’oggi al domani; si tratta di quei cambiamenti già in atto, che purtroppo stanno alterando molto velocemente la biodiversità del nostro pianeta e che ci lasciano nell’incertezza per quanto concerne lo sviluppo futuro della situazione. La sfida che affrontiamo oggi è una sfida senza precedenti, di fronte alla quale sono necessari sforzi, partecipazione e consapevolezza collettive.
Ma che cosa possiamo fare noi, nel nostro piccolo? Come suggerisce la LIPU nella propria campagna di sensibilizzazione in materia, tutti noi con piccoli gesti possiamo contrastare la scomparsa di questi animali così importanti. Come? Innanzitutto promuovendo con le nostre scelte un’agricoltura rispettosa dell’ambiente, degli animali e della nostra stessa salute. E poi evitando di distruggere i nidi che le bestioline costruiscono ogni anno nelle campagne, sotto i tetti e le grondaie delle abitazioni, o posizionando i nidi artificiali che la LIPU mette a disposizione di chiunque desideri dare asilo a questi simpatici uccellini fino all’arrivo del prossimo autunno. Infine, fate conoscere ai vostri bambini questi piccoli,preziosi volatili: spiegate loro perché sono importanti, soffermatevi sui dettagli, dalla coda alla tendenza di sostare sui fili della luce, raccontate loro dei lunghi viaggi che queste bestiole compiono ogni anno. Fateli viaggiare sulle ali della fantasia e date una mano alla LIPU avvistando con loro la prima rondine che annuncia la primavera.
S.Z.