La proposta di inserire il tonno rosso nella lista delle specie a rischio di estinzione, la cosiddetta convenzione CITES, è stata respinta ieri durante la conferenza di Doha, in Qatar. Ciò significa che, nonostante la volontà dell'Unione Europea, che a settembre aveva espresso il suo parere al riguardo, il tonno rosso, non verrà considerato specie minacciata di estinzione e dunque non è stato messo fine al suo commercio internazionale come richiesto da più fronti.
La proposta di inserire il tonno rosso nella lista delle , la cosiddetta convenzione CITES, è stata respinta ieri durante la conferenza di Doha, in Qatar. Ciò significa che, nonostante la volontà dell’Unione Europea, che a settembre aveva espresso il suo parere al riguardo, il tonno rosso, non verrà considerato specie minacciata di estinzione e dunque non è stato messo fine al suo commercio internazionale come richiesto da più fronti.
Avanzata dal Principato di Monaco e dalla Francia, la proposta, a cui si era allineata anche lo scorso mese il Ministro Stefania Prestigiacomo consisteva nell’abbandono della caccia al tonno rosso e nella sospensione delle esportazioni dall’Atlantico dell’Est e del Mediterraneo. Ricordiamo che le nostre acque, soprattutto al sud, sono e sono state popolate da questo tipo di pesce. Alcuni paesi ne hanno tratto la prima forma di guadgano, ormai da secoli.
Passando dalle vecchie tonnare, in cui il tipo di pesca era una vera e propria corrida (la “mattanza“) a favore di sistemi più avanzati in grado di rintracciare i branchi attraverso i radar, la pesca del tonno è un settore troppo importante dell’economia per poter essere tranciato con facilità.
Ma vediamo cosa è successo in Qatar. Il Principato di Monaco appoggiato da stati come Usa, Norvegia e Kenia aveva chiesto di inserire il Tonno rosso nell’Allegato I della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate (Cites).
Tra i principali oppositori vi è il Giappone, tra i primi consumatori e importatori al mondo di tonno (80% del tonno rosso pescato), che ha tirato a sé un gran numero di Paesi in via di sviluppo. La proposta è stata respinta dalla stragrande maggioranza di voti: 68 contro 20 favorevoli e 30 astenuti.
UE. La Commissione Europea ha espresso il proprio dispiacere sulla vicenda, pur avendo previsto una serie di aiuti e deroghe ai pescatori artigianali, che sarebbero stati colpiti dalla decisione di fernare la pesca del tonno rosso: “Siamo delusi per il risultato dell’incontro del Cites – dicono Potoznick e Damanaki – La proposta Ue era un forte impegno verso un futuro sostenibile per il tonno rosso e per i pescatori. Restiamo convinti che misure urgenti sono necessarie“. Si attende adesso il responso dell’Iccat, la Commissione internazionale per la conservazione del tonno atlantico.
Federpesca. Opposta l’opinione dei vertici di Federpesca-Confcooperative. Il presidente Massimo Coccia ha così commentato: “Siamo molto soddisfatti che abbia vinto il buon senso. La decisione è la dimostrazione, come abbiamo sempre sostenuto, che in questi mesi è stata fatta un campagna demagogica e di disinformazione che poco aveva a che fare con la salvaguardia degli stock“. I probelmi rimagono, ma suggerisce Coccia “è il momento di metterci a lavorare seriamente per una gestione corretta e condivisa della risorsa“.
Gli ambientalisti. “Boicottiamo il tonno” dicono le associaizoni ambientaliste. Un unico coro si solleva da WWF, Greenpeace, Lav, Legambiente e Marevivo: “Mangiare è un gesto ecologico e politico. Adesso è più importante che mai che le persone facciano quello in cui i politici hanno fallito, ovvero smettere di consumare tonno rosso per salvare la specie“. Ed ecco l’appello a ristoranti, commercianti, cuochi e consumatori di tutto il mondo affinché smettano di vendere, servire, comprare e mangiare il tonno rosso. Già qualcuno ha aderito: Carefour Europa e CoopItalia.
Vedremo cosa deciderà l’Iccat, cui spetterà l’ultima parola sulle sorti del tonno rosso, ma anche dei pescatori nostrani.
Francesca Mancuso