E’ stato confermato il Referendum contro la caccia in Piemonte. Dopo quasi 25 anni di diatribe tra comitati e Regione, i cittadini piemontesi in primavera potranno esprimere la propria opinione sull’attività venatoria nella regione La data in cui verranno chiamati alle urne sarà compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno 2012.
È stato confermato il Referendum contro la caccia in Piemonte. Dopo quasi 25 anni di diatribe tra comitati e Regione, i cittadini piemontesi in primavera potranno esprimere la propria opinione sull’attività venatoria nella regione La data in cui verranno chiamati alle urne sarà compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno 2012.
Nell’udienza dello scorso 23 novembre al TAR, infatti, la Regione Piemonte ha garantito che verrà rispettata la sentenza della Corte d’Appello del 29 dicembre 2010 con la quale era stata sbloccata la vicenda iniziata nel 1987, anno in cui vennero raccolte circa 60.000 firme a favore di un referendum regionale per abrogare alcuni articoli della normativa allora vigente in materia di caccia ovvero la Legge Regionale 60/79.
Ma cosa succederebbe nel caso in cui passasse il referendum?
Prima di tutto verrebbe istituito il divieto di caccia assoluto nella giornata di domenica e su terreni innevati. Inoltre tutta l’attività venatoria verrebbe maggiormente regolamentata con la protezione di più di 20 specie di animali, sia mammiferi che uccelli, ancora oggi cacciabili.
La diatriba giudiziaria che ha congelato il referendum regionale iniziò dopo che la giunta piemontese fece passare una legge che non recepiva le richieste dei cittadini e degli ambientalisti promotori della consultazione popolare. Da allora iniziò una battaglia ferrata tra i comitati e la regione. Fino ad oggi.
Ma, come si suol dire non è mai troppo tardi e finalmente i piemontesi potranno esprimersi democraticamente .
Simona Falasca