Il Roseto Comunale di Roma è pronto ad affascinare nuovamente il pubblico con la sua splendida collezione di rose che provengono da tutto il mondo
Il Roseto Comunale di Roma, gioiello botanico incastonato nel Colle Aventino con una vista unica nel suo genere, si prepara a riaprire al pubblico il prossimo 21 aprile in occasione del Natale di Roma, permettendo a visitatori e appassionati di immergersi in un giardino straordinario, casa di una vasta collezione di rose provenienti da tutto il mondo.
Questa tradizione è diventata un appuntamento annuale molto atteso e consente a tanti cittadini di scoprire la bellezza di questo spazio verde fino a maggio. Il Roseto Comunale accoglierà i visitatori gratuitamente ogni giorno dalle 8.30 alle 19.30.
La storia del Roseto Comunale di Roma
Si tratta di un’opportunità unica per immergersi nella bellezza e nella storia di questo giardino straordinario che continua a incantare gli amanti delle rose e della natura. La storia del Roseto Comunale affonda le radici nel 1907, grazie all’idea della signora americana Mary Gayley che si sposò con il Conte Giulio Senni.
Dopo una visita al Roseto di Bagatelle vicino a Parigi, nacque l’idea di istituire un roseto a Roma. Nel 1924, le rose donate dalla Contessa furono piantate a Villa Borghese, ma fu solo nel 1932 che, sotto la direzione del Principe Francesco Boncompagni Ludovisi, il primo Roseto di Roma fu realizzato sul Colle Oppio, con una collezione di 300 esemplari.
Da allora, il Roseto Comunale è cresciuto in bellezza e importanza. Situato su circa 10.000 metri quadrati, il Roseto Comunale offre una vista spettacolare sul Circo Massimo ed è considerato il roseto più bello del mondo. Ospita una collezione di circa 1.200 varietà di rose botaniche, antiche e moderne.
Originariamente un cimitero della Comunità Ebraica di Roma, il giardino ha cambiato destinazione nel 1934, trasformandosi in un verde pubblico. Nel 1950, il Comune chiese alla Comunità Ebraica l’uso del terreno per creare un nuovo Roseto Comunale e così nacque l’attuale spazio verde. Al suo interno, due steli con le Tavole di Mosè commemorano la precedente destinazione sacra del luogo.
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Fonte: Comune di Roma
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