Per la prima volta anche le spugne marine della Nuova Zelanda stanno subendo uno sbiancamento di massa: tutta colpa del caldo record

Evento insolito e preoccupante in Nuova Zelanda: le spugne marine che vivono nei fondali dell'Isola del Sud stanno subendo uno sbiancamento di massa per via delle ondate di caldo record degli ultimi mesi.

Non solo gli iconici coralli della Great Barrier Reef australiana: anche le spugne marine che vivono nei fondali della Nuova Zelanda stanno subendo uno spaventoso sbiancamento di massa. La causa? Pure in questo caso si tratta di un effetto collaterale della crisi climatica. Se però quello dei coralli rappresenta un fenomeno già noto da diversi anni agli studiosi, l’episodio che riguarda i poriferi è un evento che ha spiazzato gli esperti.

A provocarlo sarebbero state le eccezionali ondate di caldo degli ultimi mesi. Il 2021 è stato, infatti, un annus horribilis per gli oceani, visto che le temperature hanno toccato valori mai raggiunti prima. Per la Nuova Zelanda è stato anche un anno rovente: secondo quanto riportato dall’Istituto nazionale per l’acqua e l’atmosfera della Nuova Zelanda, ad aprile le temperature dell’acqua del mare erano 2,6 gradi in più sopra la media.

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Lo sbiancamento delle spugne marine è l’ennesimo campanello d’allarme della crisi climatica in atto

A destare grande preoccupazione sono i risultati dello studio portato avanti qualche settimana fa dagli scienziati della Victoria University of Wellington. La ricerca è stata condotta nel Parco nazionale del Fiordland, che sorge nell’area sud-occidentale dell’Isola del Sud, in Nuova Zelanda. I fondali di questa zona sono popolati da spugne marine che si caratterizzano per il loro colore marrone cioccolato, ma gli studiosi hanno notato che molti di questi appaiono ormai quasi del tutto sbiancati.

La scoperta ha lasciato con l’amaro in bocca a ricercatori, che adesso intendono approfondire le dinamiche di questo fenomeno.

Questo potrebbe essere l’inizio di qualcosa di veramente negativo per altri ecosistemi o per l’intero ecosistema di Fiordland, è molto deprimente – ha commentato l’ecologo marino James Bell della Victoria University, principale autore dello studio. – Le spugne marine, a differenza di altre specie come i coralli, sono più tolleranti ai cambiamenti oceanici.

Questi animali marini sono considerati un anello cruciale nella catena alimentare e contribuiscono a rendere più puliti i fondali. La loro morte sarebbe quindi un duro colpo per il delicato ecosistema oceanico.

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L’amara sorpresa ha messo in allerta anche Rebecca McLeod, ecologa marina e presidente dei Fiordland Marine Guardians.

Siamo davvero preoccupati, gli scienziati ci hanno presentato queste informazioni alla riunione dei nostri tutori la scorsa settimana e c’è stato un silenzio scioccante. Speriamo che le persone ascoltino questa storia e pensino a ciò che stanno vedendo sott’acqua, notino i cambiamenti e li portino alla nostra attenzione. Perché è un’area molto vasta e preziosa e abbiamo bisogno di molti occhi sott’acqua che ci aiutino mentre iniziamo a navigare in questo nuovo folle mondo in cui viviamo.

Gli esperti della Victoria University of Wellington hanno messo in guardia anche su altre nefaste conseguenze legate al repentino aumento delle temperature delle acque oceaniche, in particolare sull’aumento delle specie invasive e al diffondersi di focolai di malattie fra animali marini come capesante, cozze, ostriche e vongole.

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Fonti: RZN/Victoria University of Wellington 

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