Secondo un recente studio, l’aumento costante e ininterrotto delle temperature potrebbe mettere a repentaglio i raccolti in futuro
Secondo un recente studio, l’India vedrà un sostanziale abbassamento degli patogeni delle colture, ma l’aumento costante e ininterrotto delle temperature potrebbe mettere ugualmente a repentaglio i raccolti.
Sono già moltissimi gli studi che guardano con preoccupazione ai cambiamenti climatici che avverranno nei prossimi anni. Uno di questi ha provato a capire come il riscaldamento globale avrà effetti sulle coltivazioni e sul raccolto – che aumenteranno in alcune parti del mondo e diminuiranno in altre. I paesi situati nell’emisfero settentrionale (in particolare Europa, Cina ed est degli Stati Uniti) diventeranno sempre più vulnerabili ai cambiamenti climatici: al contrario in paesi come Brasile, India e nel Sud-Est asiatico si assisterà a un declino degli agenti patogeni che attaccano le colture.
Attualmente sono molti gli agenti patogeni che attaccano le colture indiane (soprattutto riso, cocco e mango), ma i risultati di questo studio dimostrano che ci sarà una progressiva diminuzione della loro virulenza proprio a causa dell’innalzamento delle temperature, che renderà loro la vita impossibile. Ogni agente patogeno ha bisogno di alcune condizioni (geografiche, climatiche, stagionali) ideali che gli permettono di ‘attaccarsi’ a una specifica coltura. Quando il clima cambia, queste condizioni ideali vengono a mancare. Tuttavia, l’aumento delle temperature porterà anche danni alle colture, provocandone la fine.
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I ricercatori indiani hanno osservato ottanta agenti patogeni fungali e oomiceti, e hanno comparato le condizioni climatiche attuali (2011-2030) con le previsioni fatte per il futuro (2061-2080), utilizzando quattro modelli climatici globali e notando le differenze fra i due scenari: è emerso cambiare il mix patogeno ha effetti negativi in qualsiasi luogo del mondo – non solo nei paesi che maggiormente soffriranno il caldo (come appunto l’India) ma anche in paesi ‘occidentali’ (come il Regno Unito).
L’agricoltura deve avere il tempo di pianificare e prepararsi per il futuro, e il futuro è praticamente già qui – spiegano gli autori. – Abbiamo solo pochi decenni ancora, mentre un adattamento delle colture a nuovi climi e a nuove minacce può richiedere un lungo tempo. Per questo dobbiamo pensare a difendere le colture da agenti patogeni che non sono ancora arrivati: molti di questi, soprattutto quelli che ora si trovano nelle aree tropicali del pianeta, non sono stati ancora opportunamente studiati. Abbiamo bisogno di investire tempo e risorse per conoscere meglio queste patologie, se vogliamo provare a salvare i raccolti in tutto il mondo.
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Fonte: Nature Climate Change
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