I plecotteri, insetti nativi della Nuova Zelanda, hanno cambiato colore in risposta ai cambiamenti ambientali causati dall’uomo, in particolare a seguito della deforestazione, che ha distrutto altre specie ad essa “collegate”
“Magie dell’evoluzione”, o assurdità indotte dall’uomo? I plecotteri, insetti autoctoni in Nuova Zelanda, stanno cambiando colore per rispondere ai cambiamenti indotti dagli essere umani sull’ambiente, in particolare a causa della deforestazione. Lo studio è stato guidato dall’Università di Otago (Nuova Zelanda).
Nelle regioni forestali naturali, una specie autoctona ha sviluppato colori di “avvertimento” che imitano quelli di una specie forestale velenosa – spiega Jonathan M. Waters, che ha guidato la ricerca – per ingannare i predatori e fargli credere che anche loro siano velenosi
Ma ora i plecotteri stanno cambiando pigmentazione.
Il nesso con la deforestazione
Questo lavoro, secondo gli scienziati, fornisce probabilmente il caso più chiaro al mondo di evoluzione animale in risposta al cambiamento apportato dall’uomo.
Infatti la distruzione delle foreste operata dagli esseri umani ha rimosso le specie velenose. Di conseguenza, nelle regioni deforestate la specie imitatrice ha abbandonato questa strategia, poiché non c’è nulla da imitare, evolvendosi invece in un colore diverso.
L’uomo e il suo rapporto prevaricatore con la natura
La Terra – si sa – ha cambiato clima anche in assenza di interventi umani, in epoche nelle quali l’essere umano non era nemmeno sul nostro Pianeta. Ad esempio, anche nella preistoria ci fu un’era di riscaldamento globale.
Una ricerca condotta dall’Università di Harvard del 2002 sostiene che l’era dei grandi rettili, dei dinosauri, è stata innescata proprio dal riscaldamento globale di quasi 60 milioni di anni.
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Ma sappiamo anche che i cambiamenti climatici a cui assistiamo ora stanno avvenendo in un lasso di tempo estremamente più corto e che c’è un evidente legame con le attività umane. D’altronde il caso dei plecotteri non è l’unico caso di evoluzione indotta dall’uomo e dal suo rapporto prevaricatore con la natura.
L’esempio più noto di evoluzione causata dagli esseri umani riguarda le falene pepate nel Regno Unito, che hanno cambiato colore in risposta all’inquinamento industriale nel 1800, anche se tuttora considerato controverso.
Come affermano gli scienziati, gli esseri umani hanno interrotto le interazioni ecologiche tra specie che si sono evolute nel corso di milioni di anni, ma alcune delle specie autoctone sono abbastanza resilienti da superare questo problema.
Questo studio è importante perché dimostra che, almeno per alcune di loro, esiste la possibilità di adattarsi ai cambiamenti ambientali causati dagli esseri umani, anche quando il cambiamento è rapido” – sostiene Graham A. McCulloch, coautore del lavoro – Dimostra anche che popolazioni indipendenti hanno subito cambiamenti simili in risposta alla deforestazione: ci sono state modificazioni analoghe indipendenti in diverse parti della specie, dimostrando che l’evoluzione può essere un processo prevedibile
Ma vogliamo davvero continuare a forzare la natura in questo modo?
Il lavoro è stato pubblicato su Science.
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Fonti: Università di Otago / Science
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