La Fritillaria delavayi, piccola pianta che cresce sulle montagne cinesi Hengduan della Cina, sta mutando la sua colorazione per mimetizzarsi e difendersi dall'uomo.
Usata da diversi secoli dalla medicina tradizionale cinese, la Fritillaria delavayi è una piccola pianta che nasce sulle montagne che negli ultimi tempi si sta evolvendo per mimetizzarsi sempre di più nel terreno roccioso. Il motivo? Difendersi dall’uomo, nonché il suo principale “predatore”.
A questa interessante conclusione è giunto un team di ricercatori dal Kunming Institute of Botany (Chinese Academy of Sciences) e dall’Università di Exeter (Regno Unito). I risultati della scoperta sono stati pubblicati sulla rivista Current Biology.
Harvesting by humans of a traditional Chinese medicine plant has driven the plant to evolve camouflage – especially in areas of highest harvest pressure. Our new @CurrentBiology paper. https://t.co/ovFqoVf5N3#colsci @UniExeCEC
Images Yang Niu. pic.twitter.com/puXxRPgse6— Martin Stevens (@SensoryEcology) November 23, 2020
La strategia di sopravvivenza della Fritillaria delavayi
La Fritillaria delavayi è una piccola pianta che cresce sulle montagne Hengduan della Cina. Produce un fiore dalle sfumature verdi e gialle, la cui forma ricorda molto i tulipani, solo una volta all’anno. Da centinaia di anni il bulbo della pianta viene usato nella medicina tradizionale cinese e negli ultimi anni è sempre più richiesta e i prezzi dei prodotti naturali derivati da questa piante sono cresciuti parecchio.
Inizialmente gli scienziati pensavano che il camuffamento messo in atto dalla pianta fosse una strategia di difesa dagli dagli animali erbivori, ma poi hanno capito che si trattava di un modo per difendersi dagli esseri umani.
Nel corso del monitoraggio sulle montagne cinesi gli studiosi si sono accorti che nelle aree meno accessibili all’uomo regioni meno accessibili all’uomo, le piante mantenevano una colorazione brillante, mentre nelle zone in cui la raccolta dei bulbi avviene con più frequenza, i fiori presentavano un colore decisamente più spento tra il grigio e il marrone.
I ricercatori cinesi e britannici hanno persino creato il gioco Spot the Plant per testare la facilità con cui è possibile trovare piante mimetizzate.
“È straordinario vedere come gli esseri umani possano avere un impatto così diretto e drammatico sulla colorazione degli organismi selvatici, non solo sulla loro sopravvivenza, ma anche sulla loro stessa evoluzione” spiega il professor Martin Stevens, dell’Università di Exeter.
“Molte piante sembrano ricorrere al camuffamento per nascondersi dagli erbivori che possono mangiarle, ma qui vediamo che il camuffamento si evolve in risposta all’azione di raccolta degli umani (…). – aggiunge Stevens – Gli esseri umani potrebbero aver guidato l’evoluzione delle strategie difensive in altre specie di piante, ma, sorprendentemente, poche indagini hanno analizzato questa tendenza”.
Non è la prima volta che gli scienziati documentano strategie di sopravvivenza attuate dalle specie vegetali. Ad esempio, il loto delle nevi, un’altra pianta cinese minacciata, si è rimpicciolito notevolmente aree in cui viene maggiormente raccolto. Una situazione simile si è verificata per il ginseng che cresce negli Stati Uniti, specie protetta che negli ultimi anni è diventato via via più piccolo per difendersi dallo sfruttamento selvaggio ed evitare, quindi, l’estinzione.
Insomma, non solo gli animali, ma anche le piante devono ormai fare i conti con le minacce rappresentate dall’uomo.
Fonte: Current Biology
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