I pesticidi neonicotinoidi potrebbero essere nuovamente autorizzati in Francia dopo il divieto europeo del 2018
Se non ci sarò un colpo di scena dell’ultimo momento, questi pesticidi “killer delle api”, vietati in Europa dal 2018, potrebbero essere utilizzati in Francia il prossimo anno su circa 400.000 ettari di barbabietola da zucchero.
Ancora una volta dibattiti sui neonicotinoidi, pesticidi killer delle api e di altri insetti, che erano stati vietati dall’Unione Europea per via dei danni irreparabili che questi erano in grado di provocare alla biodiversità.
I neonicotinoidi potrebbero presto tornare di nuovo sugli alimenti che consumiamo, come la barbabietola da zucchero, poiché si pensa di riadoperarli su oltre 40.000 ettari destinati alla coltura della barbabietola in Francia.
Il perché di questa possibile decisione sarebbe, secondo quanto riportato dal governo francese, dovuto alla diffusione di afidi e virus che intaccherebbero la coltivazione della barbabietola, ma anche condizioni climatiche favorevoli per la loro proliferazione che metterebbero a rischio il successivo raccolto, come già avvenuto negli anni precedenti.
Una deroga aveva infatti concesso l’utilizzo di neonicotinoidi nel 2020 e nel 2021 per eliminare gli afidi dalle barbabietole, che ben si adattano ai climi temperati e agli inverni non troppo rigidi, e fronteggiare tramite questi pesticidi l’emergenza.
Secondo l’agronomo Jacques Caplat, segretario generale del movimento Agir Pour l’Environnement, dietro al voler riutilizzare i neonicotinoide, si nasconderebbe un’altra motivazione.
In realtà, per l’industria dello zucchero, questo è un contraccolpo per far dimenticare il danno sociale causato dall’abolizione delle quote di barbabietola. Sarebbe più economico ed ecologico organizzare un risarcimento per gli agricoltori realmente colpiti e un piano per salvaguardare il settore
così ha asserito Caplat in un comunicato stampa di fine anno.
L’elevata tossicità dei neonicotinoidi ha sollevato non poche manifestazioni. Gli ambientalisti francesi hanno protestato, sperando che lo Stato riveda la bozza del decreto per l’utilizzo di questi pesticidi chimici nel 2022.
Fonte: Le Monde
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