Alla fine hanno vinto gli ambientalisti! L’istallazione delle 38 pale eoliche previste al largo dell’isola siciliana di Pantelleria, alla fine, è stata ufficialmente bloccata. Grazie all’intervento di una commissione governativa (composta anche dalla Regione Siciliana, rappresentata in particolare dall’assessorato al Territorio e ambiente), la società interessata al business - la Four wind – è stata fermata per i rischi che la nuova istallazione avrebbe potuto provocare all’ambiente, dando così ragione alle associazione e ai cittadini che ne chiedevano l'interruzione.
Alla fine hanno vinto gli ambientalisti! L’istallazione delle 38 pale eoliche previste al largo dell’isola siciliana di Pantelleria, alla fine, è stata ufficialmente bloccata. Grazie all’intervento di una commissione governativa (composta anche dalla Regione Siciliana, rappresentata in particolare dall’assessorato al Territorio e ambiente), la società interessata al business – la Four wind – è stata fermata per i rischi che la nuova istallazione avrebbe potuto provocare all’ambiente, dando così ragione alle associazione e ai cittadini che ne chiedevano l’interruzione.
La commissione tecnica per la verifica dell’impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente – Via e Vas – infatti, ha espresso parere negativo e giudicato non compatibile il progetto “Centrale eolica off-shore Banco di Pantelleria e Banchi Avventura” presentato dalla Four Wind srl. Il rischio riguarda soprattutto la biodiversità della zona, che fa parte della rete Ue “Natura 2000”, per la protezione degli habitat, ma anche le possibili ripercussioni sull’economia ittica e la sismicità dell’area.
La 4wind aveva ben due piani di sviluppo sull’Isola di Pantelleria: il primo presso “Banchi Avventura lato Pantelleria”, che prevedeva la realizzazione di 10 aerogeneratori da 6MW, per una potenza totale di 60MW; il secondo invece avrebbe riguardato il “Banco Pantelleria”, dove l’azienda avrebbe istallato 28 aerogeneratori da 6MW per una potenza di 168 MW.
Ma i rischi per la biodiversità e la salute sarebbero stati troppi, quindi stop ai nuovi progetti.
“Siamo pienamente soddisfatti dalla decisione di bloccare questo folle impianto off-shore, ma non basta! – ha fatto sapere Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace – Se il ministero dell’Ambiente vuole davvero proteggere l’area deve fermare subito ogni progetto di trivellazione petrolifera. Il Canale di Sicilia è un’area particolarmente ricca di biodiversità, unica nel Mediterraneo, che per troppo tempo è stata depredata, anche da una pesca eccessiva. È ora di tutelarla con una riserva marina”.
La compagnia petrolifera Northern Petroleum infatti, ha già fatto sapere di voler fare delle esplorazioni nei prossimi mesi proprio a nord di Pantelleria. È ora di fermarli!
Verdiana Amorosi