Il panda gigante della Cina è salvo!

Lunga vita al panda gigante. Il simpatico animale, da tempo a rischio estinzione, vedrà tutelate le foreste in cui vive. Greenpeace infatti ha portato avanti una battaglia, giunta finalmente al termine, per tutelare l'habitat naturale di queste creature, minacciate dal disboscamento

Lunga vita al panda gigante. Il simpatico animale, da tempo a rischio estinzione, vedrà tutelate le foreste in cui vive. Greenpeace infatti ha portato avanti una battaglia, giunta finalmente al termine, per tutelare l’habitat naturale di queste creature, minacciate dal disboscamento.

Dopo una serie di denunce sul taglio illegale delle foreste di Sichuan in Cina, l’associazione ha ottenuto giustizia. Per accertare i tagli illegali, sono stati necessari due anni di indagini sul campo, queste ultime correlate da telerilevamento e analisi delle mappe satellitari.

Finalmente, l’Ufficio delle Foreste del Sichuan ha accolto le denunce da parte di Greenpeace, aprendo 15 indagini giudiziarie e 8 procedimenti amministrativi nei confronti di 22 funzionari pubblici. E, aspetto altrettanto importante, l’Ufficio ha assicurato che tutelerà l’habitat del panda, già dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

Un primo importante passo per tendere una mano al panda, che secondo la Zoological Society of London, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, è una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione.

In particolare, il panda gigante che vive nelle foreste di Sichuan è minacciato dall‘impoverimento del suo habitat e da un tasso di natalità molto basso. La tutela della sua casa e la promessa di fare giustizia per contrastare i tagli illegale sono già un segnale positivo, che per Greenpeace potrebbe costituire il primo passo per una riforma a base nazionale. Un terzo delle foreste cinesi infatti è a rischio a causa di carenze normative.

“Una scappatoia nel ‘Regolamento tecnico per la ricostruzione delle foreste a basso rendimento’ infatti autorizza a sostituire la foresta con piantagioni più redditizie in nome di una presunta ‘rigenerazione forestale’. Abbiamo chiesto a Pechino di sanare al più presto questa falla, e continueremo a monitorare la situazione affinché la protezione di queste aree non resti solo sulla carta!” fa sapere l’associazione.

Almeno per il momento, il panda può tirare un sospiro di sollievo.

Francesca Mancuso

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