Nelle foreste del Mekong nel solo 2010 sono state scoperte ben 208 nuove specie di animali e piante sconosciute alla scienza. Una media di una ogni due giorni. E' questa l'incoraggiante notizia presentata oggi nel nuovo rapporto del WWF Wild Mekong, letteralmente Mekong selvaggio.
Nelle foreste del Mekong nel solo 2010 sono state scoperte ben 208 nuove specie di animali e piante sconosciute alla scienza. Una media di una ogni due giorni. È questa l’incoraggiante notizia presentata oggi nel nuovo rapporto del WWF Wild Mekong, letteralmente Mekong selvaggio.
In questa regione che si estende tra Cambogia, Laos, Myanmar, Thailandia, Vietnam e la provincia cinese dello Yunnan, infatti sono state individuate in particolare 145 piante – tra cui 16 orchidee – 28 rettili, 25 pesci, 7 anfibi, 2 mammiferi – tra cui una scimmia dal naso all’insù che le comunità locali chiamano “Snubby” e che quando piove mette la testa tra le ginocchia per evitare che la pioggia entri nelle narici – e un uccello. Tra i rettili spicca invece una lucertola con solo esemplari di sesso femminile scoperta in Vietnam che si riproduce clonandosi senza bisogno del maschio. Anche le specie di piante carnivore individuate tra la Thailandia e la Cambogia sono degne di nota: alcune di esse, infatti sono in grado di adescare e consumare piccoli ratti, topi, lucertole e perfino uccelli.
Molte di queste specie, seppure fossero ancora sconosciute alla scienza, sono invece già da tempo note alle comunità locali e lottano anch’esse contro l’estinzione a causa dei processi di deforestazione in corso in questi paesi.
Proprio nell’Anno internazionale delle foreste il WWF lancia un appello ai sei leader della regione del Greter Mekong che la settimana prossima si incontreranno in Myanmar per approvare un nuovo piano di cooperazione economica, affinché tra le loro priorità venga inserita proprio quella della tutela della ricca biodiversità della zona minacciata anche da caccia, cambiamenti climatici e uno sviluppo troppo rapido e insostenibile.
Affinché queste nuove specie appena scoperte non facciano la fine della recentissima estinzione dell’ultima popolazione del rinoceronte di Giava in Vietnam: “Il capitale naturale rappresentato dalla straordinaria biodiversità del Greater Mekong è la base stessa su cui è stata costruita la prosperità della regione – ha detto Massimiliano Rocco, responsabile Specie, TRAFFIC e Foreste del WWF Italia – Ma questi preziosi ambienti naturali, le foreste tropicali e le specie che li popolano continueranno a sparire se non si intensificano gli sforzi per rendere le economie della regione più sostenibili e responsabili. I governi dell’area del Mekong devono smettere di pensare alla tutela della biodiversità come un costo e riconoscerla invece come un investimento imprescindibile per lo sviluppo dei loro stesi paesi, per garantire una stabilità a lungo termine all’intera regione e uno sviluppo alle comunità che vi abitano.”
“Questo incredibile tesoro e quanto altro vi è di ancora nascosto nelle foreste del Mekong andrà perduto per sempre se i governi falliscono nell’investire nella conservazione e nella tutela della biodiversità. E accanto all’impegno dei governi, serve l’azione di tutto il settore privato, legato al legno, alla carta e alle diverse materie prime fornite dagli habitat forestali, che da decenni sfrutta quelle risorse senza una strategia di sostenibilità – ha concluso Massimiliano Rocco, del WWF Italia – È un impegno fondamentale per assicurare la sostenibilità a lungo-termine di quest’area, ma la cui conservazione è inderogabile per affrontare i cambiamenti ambientali globali e la salute dell’intero pianeta.”