Un nuovo pipistrello che deve il nome al suo aspetto diabolico, un pesce cieco che vive nel sottosuolo e una rana che canta come un uccello. Sono solo alcune delle 126 specie identificate per la prima volta dagli scienziati nella regione del Mekong nel 2011 e descritte ora nel nuovo dossier WWF "Extra Terrestrial". Ma, appena scoperte, sono già a rischio di estinzione.
Un nuovo pipistrello che deve il nome al suo aspetto diabolico, un pesce cieco che vive nel sottosuolo e una rana che canta come un uccello. Sono solo alcune delle 126 specie identificate per la prima volta dagli scienziati nella regione del Mekong nel 2011 e descritte ora nel nuovo dossier WWF “Extra Terrestrial”. Ma, appena scoperte, sono già a rischio di estinzione.
Oltre alle 10 specie simbolo messe in evidenza nel report, ci sono anche 82 piante, 13 pesci, 21 rettili, 5 anfibi mammiferi. Tutti scoperti nel 2011 nella regione del Mekong del Sud-Est asiatico, che si estende su Cambogia, Laos, Myanmar, Thailandia, Vietnam e nella parte Sud-occidentale della provincia cinese dello Yunnan.
Tornando alla “top ten”, il nome più appropriato va di certo al pipistrello Belzebù dal naso a tubo, una piccola creatura dall’aspetto demoniaco conosciuta solo in Vietnam. Il pipistrello Belzebù, come altri due pipistrelli simili scoperti nel 2011, dipende fortemente dalla foresta tropicale per la sua sopravvivenza ed è particolarmente vulnerabile a causa della deforestazione: in soli quattro anni, il 30% delle foreste del Mekong sono scomparse per sempre.
Così, a essere a rischio è anche una nuova specie di rana, scoperta nelle foreste d’alta quota del Nord del Vietnam, che ha un richiamo così complesso che rende il suo suono più simile a un uccello che a quello di un anfibio. Mentre la maggior parte delle rane maschio attira le femmine con un ripetitivo gracidare, la raganella Quang produce un richiamo nuovo ogni volta. Non ci sono due richiami uguali e ogni individuo mescola clic, fischi e trilli in un ordine originale e unico.
La nuova specie di pesce gatto dotato di ‘zampe’ (Clarias gracilentus) scoperta nelle d’acque dolci sull’isola vietnamita di Phu Quoc, poi, può muoversi via terra con le sue pinne pettorali che gli permettono di rimanere in piedi mentre si muove in avanti con i movimenti di un serpente. E un pesce in miniatura (Boraras naevus) di soli 2 centimetri di lunghezza, è stato trovato nel sud della Thailandia. Prende il nome dalla grande macchia scura sul suo corpo d’orato. Nel fiume Mekong vivono circa 850 specie di pesci e qui c’è la pesca su acque interne più intensa del mondo.
Oltre a questa minaccia, la determinazione del Laos a costruire la diga Xayaburi sulla corrente principale del fiume Mekong rischia di minare alle basi la straordinaria biodiversità del Mekong. “Il fiume Mekong ha un livello di biodiversità acquatica secondo solo al Rio delle Amazzoni“, ha detto in un comunicato Nick Cox, Responsabile del Greater Mekong’s Species Programme del Wwf, aggiungendo che, semmai la diga dovesse essere realizzata, “sarebbe una barriera insormontabile per molte specie di pesci, segnando la fine della fauna selvatica già nota e di quella non ancora identificata“.
“Mentre le scoperte del 2011 confermano che il Mekong è una regione straordinariamente ricca di biodiversità, molte di queste nuove specie stanno già lottando per sopravvivere a causa della perdita di habitat“, continua Cox, spiegando che “solo investendo nella conservazione della natura, soprattutto delle aree protette, e nello sviluppo delle economie verdi, si potranno proteggere anche queste nuove specie e mantenere viva la speranza di trovare altre specie interessanti negli anni a venire“.
Come se tutto questo non bastasse, alla lista dei problemi va aggiunto, infine, il bracconaggio, che alimenta il commercio illegale di specie selvatiche. “Per affrontare questa minaccia – conclude il responsabile- , WWF e TRAFFIC (la rete di monitoraggio del commercio della fauna selvatica, creata congiuntamente da IUCN e WWF) ha lanciato quest’anno una campagna globale per aumentare l’applicazione della legge, imporre deterrenti severi e ridurre la domanda di prodotti di specie in pericolo“.
Per scaricare il report clicca qui
Roberta Ragni
Leggi anche:
– Foreste tropicali: nel 2010 scoperte più di 200 nuove specie nel Mekong