Una nuova ricerca guidata dalla Oxford Brookes University (Regno Unito) ha scoperto che un’ecoregione africana recentemente individuata ospita centinaia di specie animali e vegetali mai descritte prima e mostra quanto sono minacciate davvero le specie nelle foreste afromontane
In un’ecoregione africana recentemente individuata vivono centinaia di specie animali e vegetali mai descritte prima. La scoperta, guidata dalla Oxford Brookes University (Regno Unito), che di per sé è un’ottima notizia, mostra anche quanto sono minacciate davvero le specie nelle foreste afromontane.
La zona è composta da più di 30 montagne isolate che si estendono attraverso il Malawi meridionale e il Mozambico settentrionale e lo studio ha documentato molti animali e piante endemici, nonché la geologia e la storia genetica degli ecosistemi, che hanno portato alla designazione ufficiale della nuova area come Arcipelago Montano dell’Africa sudorientale (SEAMA).
Sono state identificate in particolare 127 nuove specie di piante e 90 specie di anfibi, rettili, uccelli, mammiferi, farfalle e granchi d’acqua dolce, tutti endemici. Secondo lo studio, l’ecoregione SEAMA comprende nove aree importanti per gli uccelli (IBA), otto aree importanti per le piante (IPA) del Mozambico (ma ancora da determinare per il Malawi) e 12 aree chiave per la biodiversità (KBA) in Malawi e Mozambico.
Julian Bayliss, che ha guidato questa imponente ricerca, sostiene che molte delle piante endemiche hanno i loro parenti più stretti nella regione afromontana meridionale, mentre i vertebrati nel nord della Tanzania e nell’ovest dello Zimbabwe. Tra gli invertebrati, i parenti più stretti della fauna endemica delle farfalle sono l’Africa orientale (88%), con solo quattro specie con affinità con l’Africa centrale e meridionale.
Lo studio è molto di più di una splendida curiosità scientifica, infatti, nonostante la potenziale importanza della biodiversità, l’ecoregione è gravemente minacciata: negli ultimi due decenni, infatti, il SEAMA ha perso il 18% della sua copertura forestale umida primaria (anche fino al 43% in alcuni siti) a causa della mancanza di protezione, nonché della crescente pressione dell’agricoltura e della domanda di carbone e legname.
Almeno tre siti in Malawi hanno già perso tutta la loro foresta primariar: tra questi il Monte Thyolo, dove fu scoperto per la prima volta il Thyolo alethe (Chamaetylas choloensis), un piccolo uccello simile a un tordo con ali color ruggine e petto chiaro.
È giunto il momento di contribuire a tradurre tutto ciò in un piano di conservazione realistico con chiari benefici per le comunità e le economie regionali
tuona Matthias De Beenhouwer dell’African Parks Network che gestisce la riserva forestale di Mangochi in Malawi.
Il lavoro è stato pubblicato su Scientific Reports.
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Fonti: Nature News / Scientific Reports
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