Le più curiose e rare specie vegetali scoperte dai ricercatori nel 2019, purtoppo già minacciate dall'attività umana e dai cambiamenti climatici
Le più curiose e rare specie vegetali scoperte dai ricercatori nel 2019, purtoppo già minacciate dall’attività umana e dai cambiamenti climatici
Le piante rappresentano oltre l’80% della materia vivente presente sul Pianeta, contro solo lo 0,01% degli esseri umani.
Gli organismi vegetali sostengono tutta la vita sulla Terra attraverso la produzione di ossigeno e fornendo riparo, cibo e costituenti chimici usati per contrastare malattie.
Ad oggi conosciamo circa 400mila specie di piante ma la maggior parte degli organismi vegetali sono ancora ignoti e ogni anno i botanici scoprono e nominano circa 2mila nuove specie.
Identificare e conoscere nuove specie consente una maggiore comprensione dell’ambiente e degli ecosistemi ed è di importanza cruciale per effettuare interventi mirati per la conservazione.
“Nonostante decenni di instancabile setacciatura di alcuni dei luoghi più familiari sulla Terra, gli scienziati della biodiversità stimano che oltre il 90% delle specie della natura rimanga sconosciuto.
La varietà di piante e animali consente alla vita di prosperare sul nostro Pianeta: l’interconnessione di tutti i sistemi viventi fornisce resilienza collettiva di fronte alla crisi climatica.
Ogni specie appena scoperta serve da importante promemoria sul ruolo fondamentale che hanno la comprensione e conservazione di questi preziosi ecosistemi”, ha dichiarato Shannon Bennett, della California Academy of Sciences, che quest’anno ha scoperto 71 nuove specie tra vegetali e animali.
Tra le nuove specie scoperte quest’anno c’è una pianta che cresce nelle foreste pluviali dei Monti Chimanimani, al confine tra Mozambico e Zimbabwe e che produce “bacche miracolose”.
I frutti di questa pianta contengono infatti un composto chiamato miracolina, una glicoproteina che altera il sapore dei cibi amari e acidi, facendoli percepire come dolci.
La nuova specie è stata già classificata come in via di estinzione, a causa della continua distruzione della foresta.
Ai bordi di una cascata del fiume Bafing in Guinea, Africa occidentale, è stato invece scoperto un arbusto che produce una supercolla biologica, un interessante composto che non è mai stato studiato e che la pianta produce per aderire alle rocce evitando di essere spazzata via da vento e acqua.
La supercolla prodotta dall’arbusto potrebbe avere interessanti applicazioni, se non fosse che questa specie appena scoperta potrebbe estinguersi molto presto, perché nella zona in cui è stato trovata è in progetto la costruzione di una diga idroelettrica, i cui lavori inizieranno il prossimo anno.
Nell’elenco delle nuove specie rientra anche il Rubroshiraia bambusae, fungo che cresce nello Yunnan, a sud-ovest della Cina.
Utilizzata tradizionalmente da oltre 400 anni per trattare l’artrite, questa specie ha ricevuto un nome scientifico solo quest’anno.
L’interesse per questa specie è assai elevato, poiché contiene composti antitumorali, antivirali e antimicotici.
Tra le nuove specie c’è poi la Trembleya altoparaisensis, una pianta che produce fiori bianchi e che in realtà era già stata raccolta olre 100 anni fa dal botanico Auguste François Marie Glaziou.
Da allora, non si avevano avuto più notizie di questi esemplari, perché la pianta si era spostata.
Nel corso degli ultimi anni i ricercatori hanno spiegato alcune capacità sorprendenti delle piante, tra cui il fatto di essere in grado di comunicare tra loro e di urlare in condizioni di stress.
Ebbene, le piante sono anche capaci di muoversi: quando un ambiente si modifica e diviene inospitale per una specie, questa è in grado di migrare in nuove zone, come è avvenuto per la Trembleya altoparaisensis.
Un’altra nuova specie identificata quest’anno è un bucaneve trovato nella regione nord occidentale della Turchia e scoperto in modo inusuale.
Un pediatra ha infatti caricato su Facebook le foto delle sue vacanze, tra cui quelle scattate al bucaneve. L’immagine ha catturato l’attenzione di un botanico Kew Aaron Davis, esperto in bucaneve.
Il pediatra è tornato sul posto su invito del botanico per raccogliere un campione della pianta, che è stata poi identificata come una nuova specie, Galanthus bursanus, purtroppo già valutata in pericolo.
La scoperta più rara nel 2019 spetta però al Mischogyne iddii, un albero della stessa famiglia dell’ylang-ylang che può raggiungere i 20 metri d’altezza. L’esemplare è stato scoperto sulle montagne Usambara, in Tanzania, e ad oggi sono noti solo sette alberi della stessa specie.
Data la popolazione estremamente piccola, è molto importante proteggere questi alberi dalla deforestazione provocata dall’agricoltura.
Scoprire, identificare e attribuire un nome alle nuove specie è infatti il primo passo per tutelarle: solo quando le piante hanno un nome possono rientrare nei programmi per la conservazione della natura.
Molte delle nuove piante scoperte quest’anno, come abbiamo visto, sono già in pericolo poiché il loro habitat è minacciato dalle attività umane e dagli effetti dei cambiamenti climatici.
Poiché tutti noi dipendiamo dalle piante, tutelare e proteggere gli organismi vegetali equivale a tutelare e proteggere noi stessi.
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