L’hanno chiamata Athous pantinivallei, in onore di Paolo Pantini e Marco Valle, i due ricercatori che ne hanno raccolto l’unico esemplare noto. È la nuova specie di coleottero rinvenuta in Italia, in provincia di Bergamo, più precisamente nella Val Taleggio, senz’altro più conosciuta per i suoi formaggi che non per gli insetti.
L’hanno chiamata Athous pantinivallei, in onore di Paolo Pantini e Marco Valle, i due ricercatori che ne hanno raccolto l’unico esemplare noto. È la nuova specie di coleottero rinvenuta in Italia, in provincia di Bergamo, più precisamente nella Val Taleggio, senz’altro più conosciuta per i suoi formaggi che non per gli insetti.
Ora è ufficiale: nello scorso mese di dicembre il Bollettino della Società Entomologica Aragonese ha pubblicato un articolo scientifico in cui si riporta la descrizione della nuova specie. Più nel dettaglio, si tratta di un coleottero Elateride rinvenuto nell’aprile del 1994, in occasione di ricerche condotte dal Museo di Scienze Naturali di Bergamo, relative all’entomofauna propria del territorio provinciale.
Gli Elateridi, che in Italia hanno 230 specie, sono molto noti agli agricoltori in quanto spesso presentano larve che vivono nel terreno ed arrecano danni alle coltivazioni, sono insetti dalla forma allungata e dal colore ferrugineo. Per questo prendono il nome volgare di “ferretti”. “Il riconoscimento della specie non è certo cosa facile: le dimensioni sono inferiori al centimetro, la colorazione è marrone rossiccia piuttosto uniforme, come tutte le specie appartenenti a questa famiglia presenta il corpo allungato e appiattito, la preparazione degli organi interni è essenziale per il riconoscimento della specie“, spiega la nota che comunica la scoperta.
Ma come mai la scoperta è avvenuta proprio in Italia? Non è poi così strano, visto che le Prealpi centrali ed in particolare le Orobie rappresentano un’area di particolare interesse per quanto riguarda la ricchezza di specie e la presenza di specie rare o a distribuzione ristretta, tale settore orografico costituisce un “hot spot” della biodiversità. Alla stato attuale un censimento condotto dal Museo di Bergamo ha rilevato oltre un centinaio di forme di vita esclusive di questo territorio, si tratta in particolare di coleotteri ed aracnidi. Insomma, sono ancora tante le specie da scoprire, anche lungo il nostro stivale. Occhi aperti!
Roberta Ragni