Le foglie dell'aglio selvatico o orsino si possono confondere con quelle del colchico, una pianta velenosa causa di intossicazioni alimentari. In caso di dubbi, meglio evitare la raccolta di erbe spontanee
Piante ed erbe selvatiche, così come i funghi, andrebbero raccolte solo se si conoscono molto bene o in compagnia di esperti. Si potrebbero infatti confondere con delle varianti similari ma tossiche, rischiando così un avvelenamento.
Vi abbiamo già parlato di alcune piante che possono confondersi, come ad esempio la mandragora con gli spinaci e le bietole o il falso zafferano. Ma questo rischio esiste anche se raccogliamo aglio orsino, le cui foglie sono molto simili a quelle del colchico.
È soprattutto in primavera che si rischiano maggiormente avvelenamenti da piante selvatiche, perché è proprio in questa stagione che molti le raccolgono.
Ogni anno, l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare francese (Anses) e i centri antiveleni avvertono di intossicazioni, a volte mortali, legate proprio all’ingestione di Colchicum autumnale confuso con aglio selvatico o orsino (Allium ursinum), più raramente con porro selvatico (Allium polyanthum).
Tra il 2020 e il 2022, sono stati segnalati in Francia 28 avvelenamenti (compresi due casi mortali) che hanno riguardato persone che avevano mangiato foglie di colchicum all’interno di insalate, quiche o saltate in padella.
Il colchico, infatti, contiene un alcaloide potenzialmente mortale, presente in tutte le parti della pianta (foglie, fiori, semi, radici).
Purtroppo è facile fare confusione tra le due piante che crescono nello stesso sottobosco. In assenza di fiori – non sempre comparsi al momento della raccolta – possono infatti essere confuse in quanto le foglie sono simili.
Come distinguere l’aglio selvatico
Diversi dettagli consentono di identificare correttamente l’aglio selvatico:
- foglie leggermente lucide, ovali e appuntite mentre le foglie del colchico sono più rigide, con punta arrotondata e sembrano uscire dritte dal terreno
- odore di aglio che emerge accartocciando le foglie
- fiori bianchi che spuntano da metà aprile (quelli di colchicum sono color malva e compaiono solo in autunno)
In caso di dubbio sull’identificazione delle piante, evitate di raccoglierle e soprattutto di consumarle.
Come ricorda l’Anses:
L’ingestione di colchico può causare intossicazioni gravi o addirittura mortali, a seconda della quantità di foglie ingerite, della concentrazione molto variabile di colchicina presente nella pianta, e dell’associazione con alcuni comuni farmaci (antibiotici di tipo macrolidi, antivitamina K…) che possono notevolmente aumentare il rischio tossico. Le prime manifestazioni cliniche sono disturbi digestivi (vomito e diarrea) che possono essere gravi, nelle ore successive all’ingestione.
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Fonti: Anses
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