Come le piante “ingannano” le formiche per far disperdere i propri semi (e garantire la nostra biodiversità alimentare)

La mirmecocoria è una strategia utilizzata dalle piante per sfruttare le abilità e la collaborazione delle formiche per disperdere i semi

La mirmecocoria è una strategia utilizzata dalle piante per sfruttare le abilità e la collaborazione delle formiche per disperdere i semi

La maggior parte delle piante che abitano la Terra si sviluppano a partire dal seme, un ovulo fecondato e cresciuto che rappresenta un nuovo organismo geneticamente diverso da entrambi i genitori.

Le Spermatofite, cioè le piante che producono semi, hanno elaborato diverse strategie per disperdere i loro semi il più lontano possibile: alcune sviluppano frutti appetibili e invitanti per uccelli e mammiferi, altre dotano i frutti o gli stessi semi di una sorta di ali o di pappi per farli volare in aria o galleggiare sull’acqua, altre ancora fanno letteralmente esplodere i frutti così da poter disperdere i semi. (Leggi anche: Questo albero fa volare i suoi semi, che scivolano lentamente verso terra)

Circa 3000 specie di angiosperme cercano invece la collaborazione delle formiche, attraverso un meccanismo di trasporto noto come mirmecocoria o mirmecoria.

Le formiche, come sappiano, sono capaci di sollevare pesi molto superiori rispetto al loro peso corporeo e di trasportarli per lunghi tratti. Alcune piante hanno deciso di sfruttare queste abilità delle formiche, creando una sorta di simbiosi con questi piccoli insetti.

Le specie vegetali che utilizzano la mirmecocoria come strategia di dispersione, rendono appetibili i propri semi per le formiche, dotandoli di speciali appendici chiamate elaiosomi che contengono sostanze nutritive zuccherine. 

Il primo botanico a studiare sistematicamente le specie di piante che utilizzavano questo “meccanismo” per riprodursi fu il botanico svedese Sernander che le classificò in 15 tipo di mirmecocore in base alla morfologia e all’origine filogenetica dell’appendice del seme, ma ancora si sa poco del reale meccanismo che spinge le formiche a preferirne alcuni piuttosto che altri. Uno studio pubblicato sul British Ecological Society ha ipotizzato che le piante userebbero la mimica chimica e in particolare speciali acidi grassi per “ingannare” le formiche a scegliere proprio il loro seme.

Quando le formiche incontrano questi semi lungo i loro tragitti, li raccolgono e li portano nel formicaio. Una volta giunti nel formicaio, i semi vengono privati dell’elaiosoma – utilizzato per nutrire le larve – ed espulso.

In questo modo, i semi non vengono trasportati a grandi distanze dalla pianta madre ma possono comunque sfuggire ad altri predatori e trovare luoghi in cui le condizioni ambientali favoriscono la germinazione.

La mirmecocoria è una strategia comune a diverse specie tra cui l’erba trinità o erba epatica (Hepatica nobilis), la stregona palustre (Stachys palustris), il bucaneve, le violette, il camedrio femmina (Teucrium fruticans) e non è l’unico tipo di collaborazione tra piante e formiche.

Molte specie vegetali, chiamate mirmecofite, hanno sviluppato adattamenti strutturali per offrire cibo o riparo alle formiche ottenendo in cambio collaborazione per l’impollinazione, per la difesa da parassiti e per altri aspetti fondamentali per la vita della pianta tra cui la dispersione dei semi. (Leggi anche: Le piante si sono evolute per manipolare le formiche e farsi difendere)

Anche le formiche, così come numerosi insetti, uccelli e animali, sono dunque fondamentali per favorire la biodiversità sul nostro Pianeta.

Fonti di riferimento: Acta Planctarum/Ispra Ambiente

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