Il futuro della lotta ai parassiti nelle piante è nascosto in microscopici vermi, dalle caratteristiche straordinarie: così una specie di neomatodi appena scoperti si può rivelare un valido alleato nell'agricoltura biologica, sostituendo i pesticidi. La loro tecnica per uccidere le prede è degna di un film horror
A occhio nudo sono praticamente invisibili, essendo lunghi poco meno di 1 millimetro. Eppure la specie di vermi appena scoperta, il cui nome scientifico è Steinernema adamsi, ha un potenziale enorme per l’agricoltura. Questi nematodi riescono, infatti, ad eliminare i parassiti in particolare nelle aree più calde e umide, senza che ci sia bisogno quindi di ricorrere ai pesticidi, pericolosi per la biodiversità e la salute umana.
Ad approfondire le caratteristiche di queste preziose creature una squadra di scienziati dell’Università della California – Riverside (UCR). I piccoli vermi individuati appartengono alla famiglia degli Steinernematidae, avvistati per la prima volta negli anni ’20.
Ne spruzziamo migliaia di miliardi sui raccolti ogni anno e sono facili da acquistare – spiega il professore di nematologia dell’UCR Adler Dillman, autore dello studio apparso sulla rivista Journal of Parasitology. – Sebbene esistano più di 100 specie di Steinernema, siamo sempre alla ricerca di nuovespecie perché ognuna ha caratteristiche uniche. Alcuni potrebbero rivelarsi migliori in determinati climi o con certi insetti.
Uno sguardo ravvicinato ai preziosi vermi, alleati dell’agricoltura biologica
Per portare avanti lo studio il team di scienziati ha richiesto dei campioni di neomatodi ai colleghi che lavorano in Thailandia. La nuova specie è stata ribattezzata con un nome che rende omaggio al biologo americano Byron Adams, presidente del dipartimento di biologia della Brigham Young University che attualmente sta approfondendo le caratteristiche dei neomatodi in Antartide.
La biologia di questo animale è assolutamente affascinante – ammette Adams. – A parte le sue ovvie applicazioni per alleviare la sofferenza umana causata dagli insetti parassiti, ha anche molto da insegnarci sui processi ecologici ed evolutivi coinvolti nelle complesse interazioni che riguardano parassiti, agenti patogeni, i loro ospiti e i loro microbiomi ambientali.
Nella fase iniziale, questi minuscoli vermi vivono nel terreno con la bocca sigillata e vanno alla ricerca degli insetti da infettare. Una volta individuata la vittima, entrano nella bocca o nell’ano e defecano batteri altamente patogeni, uccidendo l’insetto nel giro di circa 48 ore. Il verme, invece, continua a crescere e si riproduce.
Una scena insolita a prima vista. Sembra tratta da un film di James Cameron – ironizza Adler Dillman – Si possono contare 10 o 15 nematodi in un ospite e 10 giorni ci si ritrova con 80.000 nuovi individui nel terreno in cerca di nuovi insetti da infettare.
Per testare le loro abilità gli scienziati hanno effettuato un test con delle falene e le aspettative non sono state disattese: gli insetti sono morti nel giro di appena due giorni, nonostante la presenza ridotta di vermi impiegati.
Generalmente i neomatodi sono in grado di infettare centinaia di tipi di insetti, quindi i ricercatori credono che la specie appena scoperta possa aiutare in modo concreto nella lotta ai parassiti nelle colture.
Ora gli studiosi sperano di scoprire altre proprietà interessanti degli Steinernema adamsi, ad esempio se riescono a resistere ai raggi UV e alla siccità e quanti insetti possono uccidere.
Provengono da un clima caldo e umido – conclude Dillman – che potrebbe renderli dei killer di parassiti in ambienti in cui attualmente i nematodi dei frutteti disponibili in commercio non sono stati in grado di prosperare.
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Fonte: UCR
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