Secondo il nostro ministro della Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, la tutela delle api non deve mettere a rischio produzione agricola e dire che il declino degli impollinatori è connesso all'uso dei pesticidi non è corretto. Ma è davvero possibile arrivare negare l'evidenza con tanta leggerezza? I fitofarmaci rappresentano una delle più grandi minacce per api, bombi e non solo e a confermarlo è una lunghissima serie di studi...
“Credo che la salvaguardia degli impollinatori sia un obiettivo strategico, ma non condivido in assoluto l’affermazione secondo cui queste iniziative debbano andare di pari passo con la riduzione dei fitofarmaci e il ripristino della natura”: questa frase potrebbe benissimo essere attribuita al proprietario di un’azienda di pesticidi; invece a pronunciarla è stato il nostro ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, interventuto al Consiglio Ue AgriFish lo scorso 20 marzo.
Ebbene sì, per Lollobrida “sarebbe sbagliato collegare il declino degli impollinatori all’uso dei pesticidi”. Di conseguenza la tutela delle api e di altri insetti non dovrebbe mettere a rischio la produzione agricola.
Quella espressa dal ministro è una posizione che ci lascia con l’amaro in bocca e ci preoccupa non di poco. A tal proposito è intervenuto pure il WWF con parole di sconcerto:
È incredibile come il Governo italiano arrivi a negare l’evidenza della responsabilità dell’uso dei pesticidi in agricoltura rispetto alla moria delle api, ignorando di fatto, anche il loro ruolo fondamentale nella produzione agroalimentare.
È ormai risaputo, infatti, che i pesticidi hanno un impatto deleterio sulla biodiversità e sulla sopravvivenza degli impollinatori. E a dirlo non siamo noi, quanto una lunga serie di studi scientifici. A confermarlo sono pure gli stessi apicoltori che da tempo lamentano ovunque un’elevata mortalità dei propri alveari, specialmente nelle zone in cui si fa un uso massiccio di queste controverse sostanze.
Come emerso da un recente report del Wwf, al giorno d’oggi il 40% degli impollinatori presenti sulla Terra rischia l’estinzione ed entro il 2100 lo saranno addirittura i due terzi: soltanto in Europa, nell’ultimo trentennio, abbiamo perso il 70% della biomassa degli insetti volatori, molti dei quali garantiscono il prezioso servizio dell’impollinazione.
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L’impatto deleterio dei pesticidi sugli insetti impollinatori è documentato dalla scienza
Sono numerosissime le ricerche scientifiche che ci sbattono in faccia una terribile verità che qualcuno preferisce ancora ignorare: i pesticidi rappresentano un’enorme minaccia per api, bombi e altri insetti preziosi per i nostri ecosistemi. E non soltanto quelli più vecchi, bensì anche i fitofarmaci di nuova generazione, ad esempio il flupyradifurone, considerato “sicuri” per questi animali.
A smontare questa convinzione uno studio realizzato un paio di anni fa da un team internazionale di ricercatori guidati dall’Università di Torino. L’esperimento portato avanti dagli esperti ha mostrato come l’esposizione a lungo termine a questo pesticida è in grado di aumentare il tasso di mortalità delle api; e persino livelli bassi di flupyradifurone (101 volte inferiori a quelli rilevati in precedenti studi di più breve durata) compromettono la loro sopravvivenza e le inducono a comportamenti anormali, tra cui rientrano la perdita di coordinazione e l’iperattività.
Un’altra ricerca pubblicata sulla rivista Frontiers in Insect Science ha dimostrato che gli insetticidi, fra cui il Sulfoxaflor e i neonicotinoidi, influiscono negativamente sul loro cervello delle api (uccidendo le cellule cerebrali dei lobi otticci); di conseguenza, queste ultime non riescono più a camminare e volare in linea retta, cosa fondamentale per svolgere l’impollinazione e ma anche per rientrare a “casa”.
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Un’ulteriore conferma del terribile impatto che hanno queste sostanze sulle api arriva da uno studio – apparso su Nature nel 2021 – che ha esaminato oltre 90 pubblicazioni scientifiche sui pesticidi e altri fattori di stress per questi insetti. Da questo emergono chiaramente le responsabilità dei fitofarmaci nella moria delle api, soprattutto quando nei pesticidi vengono usate due o più sostanze chimiche: il danno causato si amplifica con quello che gli scienziati chiamano l’effetto “cocktail”, micidiale per tutti gli impollinatori.
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Naturalmente, i pesticidi non rappresentano l’unica minaccia con cui devono ormai convivere api, bombi e altri insetti. Ad influire negativamente sulla loro sopravvivenza anche fattori come i cambiamenti climatici e la distruzione degli habitat.
Uno studio pubblicato proprio due giorni fa su Global Change Biology mette in guardia sul fatto che l’aumento delle temperature non faranno che aggravare gli effetti dei pesticidi sugli insetti che si occupano dell’impollinazione. “La temperatura ambientale può influenzare il grado in cui i fitofaramci riescono alterare una serie di comportamenti dei bombi importanti per la loro sopravvivenza e la loro capacità di impollinare le colture” spiega il team di esperti.
In definitiva, caro ministro Lollobrigida, negare il legame fra scomparsa dei preziosi impollinatori e i pesticidi non è onesto. Anzi, è estremamente pericoloso.
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Fonti: WWF/Nature/Global Change Biology
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