Una vasta riforestazione sta avendo i suoi preziosi effetti e rimane una delle ragioni principali di quello che gli studiosi chiamano “warming hole” un “buco” nel riscaldamento globale in alcune parti degli Stati Uniti dove le temperature sono leggermente più basse
Gli alberi forniscono innumerevoli benefici al mondo, dal cibo al riparo all’ossigeno, ma i ricercatori hanno ora scoperto che un loro aumento negli Stati Uniti orientali avrebbero prodotto un’ulteriore, sbalorditiva impresa: la riduzione dell’impennata delle temperature causata dalla crisi climatica.
Mentre tutto il mondo si sta surriscaldando, esponendo la maggior parte della popolazione globale a ondate di calore sempre più intense, negli Stati Uniti orientali, suggerisce una nuova ricerca, il recupero delle foreste devastate nei secoli XVIII e XIX potrebbe segnare il passo inverso.
Si tratta di capire quanto le foreste possano raffreddare il nostro ambiente e l’entità dell’effetto – ha detto Mallory Barnes dell’Università dell’Indiana. Queste conoscenze sono fondamentali non solo per le proiezioni di riforestazione su larga scala volte alla mitigazione del clima, ma anche per i piani di iniziative come la piantumazione di alberi urbani.
Queste informazioni potrebbero aiutare a calcolare, insomma, di quanta riforestazione le altre regioni avrebbero bisogno per proteggersi dalle tendenze globali.
Tra il 1895 e il 2016, la temperatura media degli Stati Uniti è aumentata, secondo l’ultimo National Climate Assessment, e gran parte di questo riscaldamento è arrivato dopo il 1970. Tuttavia, nella seconda metà del 20° secolo, il caldo e afoso sud-est ha contrastato questo aumento, raffreddandosi anche di un grado. Gli scienziati lo chiamano “warming hole” e non sanno esattamente perché o come si sia formato.
Lo studio
Una delle ragioni principali di questa “anomalia”, secondo il nuovo studio, è la vasta riforestazione di gran parte degli Stati Uniti orientali in seguito alla perdita iniziale di un gran numero di alberi sulla scia dell’insediamento europeo in America. Distese così grandi sono state rimboschite nell’ultimo secolo – con migliaia alberi che spuntano da coprire un’area più grande dell’Inghilterra – che hanno contribuito a bloccare l’effetto del riscaldamento globale.
La riforestazione è stata notevole e abbiamo dimostrato che questo si è tradotto nella temperatura dell’aria circostante – spiega Mallory Barnes, scienziato ambientale dell’Università dell’Indiana che ha guidato la ricerca. Il ‘buco di riscaldamento’ è stato un vero mistero e, anche se questo non spiega tutto, questa ricerca mostra che c’è un legame davvero importante con il ritorno degli alberi.
C’è stata un’impennata della deforestazione dall’inizio della storia coloniale degli Stati Uniti, quando i boschi erano stati rasi al suolo per l’agricoltura e l’edilizia, ma questa tendenza ha iniziato a invertirsi intorno al 1920 quando più persone hanno iniziato a trasferirsi nelle città, lasciando che la terra marginale si popolasse di nuovo con alberi. Il governo degli Stati Uniti, nel frattempo, ha intrapreso un aggressivo programma di piantagione di alberi, con questi fattori che hanno portato a circa 15 milioni di ettari di area rimboschita nel secolo scorso negli Stati Uniti orientali.
In tutto, le foreste ricostituite oggi raffreddano gli Stati Uniti orientali da 1°C a 2°C ogni anno. L’effetto di raffreddamento è più forte nei giorni più caldi dell’estate, quando gli alberi abbassano le temperature da 2°C a 5°C, hanno scoperto i ricercatori.
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