Massacro dei daini: verranno abbattuti 67 esemplari a Ravenna

Abbattimento dei daini in Provincia di Ravenna. Sta facendo dicscutere da qualche giorno il programma di gestione della popolazione dei daini nella località a ridosso della Pineta di Classe, territorio di Fosso Ghiaia, dove qualche decennio fa è stato insediato "accidentalmente" un modesto nucleo, che avrebbe raggiunto oggi il numero di oltre 200 esemplari

Abbattimento dei daini in Provincia di Ravenna. Sta facendo dicscutere da qualche giorno il programma di gestione della popolazione dei daini nella località a ridosso della Pineta di Classe, territorio di Fosso Ghiaia, dove qualche decennio fa è stato insediato “accidentalmente” un modesto nucleo, che avrebbe raggiunto oggi il numero di oltre 200 esemplari.

Gli animali hanno ovviamente iniziato a cercare nuovi territori per alimentarsi, andando a occupare aree naturalistiche limitrofe come l’Ortazzo e l’Ortazzino, la Pineta Ramazzotti, e altre zone del Parco del Delta del Po, sconfinando anche nei terreni di aziende agricole e costituendo, secondo l’ente, un pericolo per la viabilità. Il loro attraversamento della statale Adriatica avrebbe provocato diversi incidenti.

Da qui la decisione di procedere all’abbattimento di 67 esemplari, preceduta dai pareri favorevoli sia dell’Ente Parco del Delta del Po che dell’Ispra. I previsti abbattimenti saranno eseguiti da novembre fino al sabato 28 febbraio 2015, e saranno eventualmente sospesi nelle giornate in cui il Parco o altri Enti dovessero programmare eventi sul territorio interessato.

“Apprendiamo, dalla Provincia di Ravenna, che l’immissione dei daini nella pineta di Classe (Ravenna), sarebbe avvenuta “accidentalmente” una decina di anni fa. Non comprendiamo come si possano introdurre degli animali selvatici di rilevanti dimensioni, in modo accidentale, in un’area come quella della pineta di Classe. Infatti, la parola usata dall’Amministrazione provinciale ci pare che consideri il fatto alla stregua di una banale svista”. Così la Sezione Enpa di Ravenna sulla vicenda.

La sezione nazionale, qualche giorno dopo, rincara la dose: visti “il disinteresse, l’insensibilità e l’indifferenza della Provincia di Ravenna”, la presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, si appella direttamente al Ministro dell’Ambiente per chiederne l’intervento come “custode” di quel patrimonio indisponibile dello Stato rappresentato dalla fauna selvatica.

“L’abbattimento dei daini è stato duramente contestato da decine di migliaia di cittadini che si sono mobilitati contro quello che rappresenta un ulteriore regalo ai cacciatori – dichiara la presidente nazionale dell’Enpa -. I daini di Classe, come tutti gli esemplari di fauna selvatica, costituiscono patrimonio indisponibile della collettività (legge 157/92); un patrimonio che, ciononostante, viene “svenduto” ai cacciatori, i quali, potranno non soltanto uccidere gli animali, ma addirittura acquistare i capi abbattuti”.

Molte sarebbero le soluzioni, alternative all’abbattimento, prospettate alla Provincia. Tra queste la sterilizzazione dei capi e anche quella, estrema, della cattura e dello spostamento dei daini in altre aree. E c’è persino chi, come la miliardaria Eleonora Schonwald, si dice disposto a prenderli in affido tutti nella sua tenuta di Castiglione, coprendo completamente le spese della cattura.

“Sono disposta a farmi carico delle spese. Metto a disposizione il mio camion, il mio personale e ho già contattato tre veterinari di Piacenza, dove ho le altre mie tenute. Persone esperte, che hanno già fatto questo genere di operazioni […]. A me non interessa il futuro, io voglio evitare il massacro adesso. Non si può pensare di abbattere i daini ora, per dare un contentino ai cacciatori, e di cercare una soluzione incruenta dopo”, spiega la donna in un’intervista a Il Resto del Carlino.

E invece ancora una volta verranno coinvolti i cacciatori nella gestione faunistica.

Se si vuole realmente proteggere la natura occorre partire dallo stop ai ripopolamenti, non certo dal massacro degli animali. Uno sterminio che, come dimostra l’esperienza passata, è del tutto inadeguato a risolvere situazioni di presunto sovrappopolamento”, conclude l’associazione.

Roberta Ragni

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