Alcuni maschi di mantidi riescono a salvarsi dalla decapitazione attaccando le femmine e ferendole prima dell'accoppiamento
Le mantidi sono note per il loro cannibalismo sessuale estremo: dopo l’accoppiamento, infatti, le femmine decapitano il maschio e ne mangiano parti del corpo.
Dietro quella che a noi appare come una crudeltà ci sarebbero la sopravvivenza e il miglioramento della specie. Nutrendosi del maschio, infatti, le femmine fanno rifornimento di sostanze utili da incorporare alle uova e aumentano le probabilità di trasmissione dei geni maschili.
Le femmine non attaccano sempre i maschi, ma quando accade, difficilmente i maschi riescono a difendersi e il loro destino è spesso segnato. Alcuni maschi di mantide, però, non sono felici di sacrificarsi e i più furbi hanno escogitato un sistema per sfuggire alla morte.
In un nuovo studio, un gruppo di ricercatori ha documentato come alcuni maschi di Miomantis caffra riescano ad accoppiarsi e sfuggire al cannibalismo usando l’attacco come strumento di difesa.
Per aumentare le loro probabilità di difesa, i maschi si avvicinano in modo aggressivo alle femmine agitando rapidamente le ali e iniziano una lotta che dura poco più di dieci secondi. Durante il combattimento, infliggono un colpo grave ma non mortale all’addome della femmina, utilizzando le zampe anteriori, finemente seghettate.
Quando il maschio attacca per primo la femmina, due volte su tre riesce ad accoppiarsi e nel 78% dei casi a fuggire illeso dopo il sesso.
Secondo i ricercatori, i maschi hanno sviluppato un atteggiamento tanto aggressivo per riuscire difendersi da quello ancora più spietato delle femmine, con lo scopo di replicarsi e contemporaneamente sopravvivere. A volte però la lotta non finisce per niente bene: il maschio può perdere ed essere mangiato, mentre in altri casi durante il combattimento i due esemplari si uccidono a vicenda.
Fonte di riferimento: The Royal Society
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