Si tratta di una svolta molto importante che potrebbe consentire di capire perché gli alberi di grandi dimensioni sono più suscettibili alla siccità e potrebbero essere più vulnerabili ai cambiamenti climatici
Una recente indagine condotta da ricercatori britannici ha contestato la veridicità della cosiddetta “Regola degli alberi” attribuita a Leonardo da Vinci. Secondo questa regola, il diametro del tronco di un albero dovrebbe essere uguale alla somma dei diametri di tutti i suoi rami.
Questo studio è stato pubblicato sulla rivista dell’Accademia delle scienze degli Stati Uniti ed è stato eseguito presso la Bangor University del Galles. Non è la prima volta che la validità della Regola degli alberi di Leonardo viene messa in discussione o rivalutata in base a moderne tecniche di misurazione.
Recentemente, ad esempio, è stato suggerito che la larghezza e la lunghezza dei rami riflettono in modo più accurato la complessa struttura dell’albero rispetto al solo spessore del tronco. In questo nuovo studio è stata condotta un’analisi dettagliata a livello microscopico, che ha portato alla conclusione che la regola di Leonardo non si applica ai vasi interni delle piante che trasportano la linfa dalle radici alle foglie.
Si potrebbe capire perché i grossi alberi sono più vulnerabili ai cambiamenti climatici
Gli autori dello studio, Stuart Sopp e Ruben Valbuena, ritengono che questi nuovi calcoli possano spiegare perché gli alberi di grandi dimensioni sono più suscettibili alla siccità e potrebbero essere più vulnerabili ai cambiamenti climatici.
La ricerca evidenzia in particolare che i canali di trasporto della linfa, noti come xylema, non possono seguire lo stesso rapporto stabilito nella regola di Leonardo: al contrario, essi si allargano man mano che si diramano verso la cima degli alberi, anziché restringersi.
Questo modello di crescita consente di risparmiare la quantità di carbonio necessaria per costruire uno xylema efficiente dal punto di vista energetico, in grado di trasportare acqua e sostanze nutritive lungo l’albero. Stuart Sopp ha spiegato così l’importanza di questa ricerca:
Questo nuovo metodo aiuterà a calcolare quanta anidride carbonica sono in grado di immagazzinare le foreste.
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Fonte: Bangor University
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