La ministra austriaca ha detto sì alla Nature Restoration Law (contro il parere del suo cancelliere, che adesso la vuole denunciare)

Lei è Leonore Gewessler, ministra per l’ambiente e il clima della Repubblica d’Austria, che ha deciso di opporsi alle direttive del suo stesso Governo e dire sì alla legge sul ripristino della natura in Europa

Che una legge così necessaria sia oggetto di così tante dispute e controversie non ce lo saremmo mai augurato, eppure la Nature Restoration Law – la Legge per il ripristino della natura nell’Unione europea e pilastro del Green deal – non è mai stata davvero ben voluta unanimamente da tutti gli Stati membri.

Anzi, in primis l’Italia, passando per Ungheria e Paesi Bassi, alcuni Paesi hanno votato pure contro il regolamento, che prevede tra le altre cose l’obbligo di ripristinare le condizioni naturali in almeno il 20% della superficie terrestre e marina dei territori dell’Unione entro il 2030 (e il 30% di territori selezionati).

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Due Paesi avevano detto invece che si sarebbero astenuti: il Belgio e l’Austria. Ma perché la legge venisse alla fine approvata era sufficiente che uno dei due votasse a favore. E così alla fine ha fatto la differenza proprio lei, Leonore Gewessler, ministra per l’ambiente e il clima della Repubblica d’Austria, contraddicendo la presa di posizione del capo del Governo austriaco, il cancelliere Karl Nehammer.

Una splendida mossa da ribelle, una presa di coscienza meravigliosa, quindi, che però non passerà senza effetti sul piano personale.

Cosa accadrà a Leonore Gewessler ora

Dopo il voto in cui la ministra non ha accolto le sue direttive, il cancelliere Nehammer ha presentato due reclami alla Corte di giustizia dell’Unione Europea: uno per chiedere l’annullamento del voto, l’altro per abuso d’ufficio contro Leonore Gewessler, accusandola di aver violato le leggi austriache che regolano il modo in cui un ministro può comportarsi a un Consiglio dell’Unione Europea.

Ma Gewessler ha in realtà agito così solo dopo essersi consultata con esperti legali che le avevano confermato la legittimità della sua azione. Secondo le norme austriache sulle questioni ambientali, infatti, gli stati federati dovrebbero trovare una posizione unanime. Se così non fosse, le decisioni possono essere prese dal ministro competente del governo federale. Fino alla settimana scorsa gli stati austriaci erano tutti contrari alla legge sul ripristino poi, a pochi giorni dal voto, lo stato di Vienna ha cambiato la sua posizione, rompendo il consenso che c’era stato fino a quel punto: la ministra sarebbe quindi stata libera di votare in autonomia sul Regolamento.

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