Il pittoresco promontorio siciliano di Punta Bianca è ora ufficialmente riserva naturale!

La meravigliosa Punta Bianca è finalmente una riserva naturale. Il promontorio meridionale tra Agrigento e Palma di Montechiaro, bagnato dal mare d'Africa, è stato inserito nel Piano regionale parchi e riserve naturali della Regione Sicilia, godendo ora di una speciale protezione

Punta Bianca, Monte Grande e Scoglio Patella sono diventati una riserva naturale orientata, inserita ora nel Piano regionale dei Parchi e delle riserve naturali in Sicilia. A renderlo noto sono il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè e l’associazione Mareamico della delegazione di Agrigento.

Da pochissimo si è concluso il lungo iter burocratico che aveva ottenuto il via libera dalla Regione Sicilia nell’inverno dello scorso anno.

Abbiamo voluto dare un impulso definitivo alla procedura per porre sotto tutela un’altra preziosa porzione della nostra terra. Era un impegno che avevo assunto durante una mia visita nell’Agrigentino. L’obiettivo è quello di consentirne una valorizzazione sostenibile anche se non ingessata.

Per i Comuni interessati sarà una nuova opportunità di sviluppo, nel rispetto del paesaggio, ha dichiarato il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci nella delibera di giunta del novembre 2021.

I Comuni di Agrigento e Palma di Montechiaro, ossia quelli interessati da tale delibera, avevano aderito alla proposta di istituzione della riserva in primavera 2021.

Il promontorio siciliano si estende infatti tra questi due Comuni e copre un’area di 437 ettari. Già nel 2001 la zona di Punta Bianca-Monte Grande tra la foce del Vallone di Sumera e il Castello di Montechiaro era stata definita “di notevole interesse pubblico” per le sue bellezze paesaggistiche e la ricchezza archeologica.

Qui il mare cristallino bagna calette di sabbia e ciottoli dove la natura incontaminata trionfa con una flora tipica della macchia mediterranea.

La neonata riserva è la casa di moltissimi uccelli migratori e non solo. Alle spalle di Punta Bianca vi sono siti preistorici e complessi archeologici legati all’estrazione e alla lavorazione dello zolfo.

Un patrimonio inestimabile che, grazie a questo decreto, è possibile ora salvaguardare ancor di più.

Fonte: Mareamico Delegazione di Agrigento/Facebook

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