Il 93% della Grande Barriera Corallina ha perso il suo colore

La Grande Barriera Corallina è in grave pericolo. Ha ormai perso quasi tutto il proprio colore. Si tratta di una situazione davvero insostenibile dal punto di vista della difesa dell’ambiente. In Australia questo livello di sbiancamento non era mai stato raggiunto prima.

La è in grave pericolo. Ha ormai perso quasi tutto il proprio colore. Si tratta di una situazione davvero insostenibile dal punto di vista della difesa dell’ambiente. In Australia un simile livello di sbiancamento non era mai stato raggiunto prima.

Secondo i dati messi a disposizione da Greenpeace solo il 7% della barriera corallina australiana non è stato colpito dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. Gli effetti dei mutamenti del clima e della nostra dipendenza dai combustibili fossili sono davvero spaventosi.

L’allarme per la grande barriera corallina arriva dall’ARC Center of Excellence for Coral Reef Studies della James Cook University. Il nuovo studio è stato diffuso dopo un’ampia campagna di monitoraggio aerea e sottomarina.

I fenomeni di sbiancamento riguardano il 93% della superficie della grande barriera corallina, che si estende per 2300 chilometri. Lo studio osserva che la mortalità dei coralli sbiancati è tra il 50 e il 90%.

“Un evento così estremo non era mai stato osservato prima, segno che il riscaldamento globale, causato dalla nostra dipendenza dalle fonti fossili, sta sancendo la fine di questo paradiso sottomarino Abbiamo bisogno al più presto di politiche globali che tutelino le aree più vulnerabili dei nostri mari e contribuiscano con rapidità e incisività alla transizione verso un modello di sviluppo sostenibile, basato su energie rinnovabili” – ha commentato Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenpeace Italia.

grande barriera corallina sbiancamento 3

grande barriera corallina sbiancamento 2

Greenpeace sottolinea che da anni gli scienziati richiamano l’attenzione sui pericoli che questo meraviglioso ecosistema marino sta correndo e a parere dell’associazione ambientalista i dati appena diffusi confermano che il rischio di perdere per sempre inestimabili patrimoni sottomarini è purtroppo concreto se i Governi non interverranno per cambiare subito le proprie politiche energetiche.

È necessario abbandonare al più presto i combustibili fossili – carbone, petrolio e gas – per puntare su efficienza energetica e rinnovabili. Speriamo che almeno in Australia, dove la situazione è ormai decisamente grave, la preoccupazione per i rischi ambientali possa dare inizio al cambiamento delle politiche energetiche.

Marta Albè

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